Non in mio nome, #Notinmyname. Sta salendo lentamente, come l’alta marea, la campagna social dei giovani musulmani moderati contro l’Isis. Una dimostrazione che l’Islam non ha solo il volto violento che i telegiornali rimandano in questi giorni con le immagini dell’orrore delle decapitazioni. A lanciare la campagna è stata la fondazione britannica Active Change: un fiammifero che ha fatto divampare in pochi giorni un incendio diffuso su tutti i social network. Il messaggio, forte, contro il terrorismo dell’Isis è una risposta pacifica all’odio propagandato sugli stessi strumenti di comunicazione da parte dei miliziani del califfo al-Baghdadi. Ci sono donne col velo, uomini, con un cartello in mano che dice “voi violenti non mi rappresentate”. E in alcuni messaggi video che stanno facendo il giro del mondo rimarcano come Isis si nasconda dietro un falso Islam. Il responsabile di Active Change, Hanif Qadir, ha spiegato che i giovani musulmani britannici sono disgustati e stanchi per la propaganda piena di odio che i terroristi dell’Isis e i loro simpatizzanti utilizzano sui social network. Le armi in mano, le violenze in primo piano, parole inaccettabili verso gli “infedeli”. Non è possibile identificare l’Islam, sottolinea Active Change (Cambiamento attivo) con queste posizioni: “I musulmani moderati sono arrabbiati perché questi criminali stanno utilizzando queste piattaforme per trasformare i giovani in estremisti e diffondere le loro velenose parole di violenze in nome dell’Islam”. Le persone che partecipano alla campagna #Notinmyname mettono il loro volto a servizio di una causa diametralmente opposta: lo strumento è lo stesso, il messaggio è “non ci sto, voglio la pace e il dialogo”. ” L’Islam ci insegna rispetto, pietà, pace e gentilezza, una fede in cui noi crediamo fermamente e che vogliamo proteggere dai radicali e dai fanatici la cui stessa esistenza minaccia la nostra religione”. E’ significativo che la campagna sia iniziata proprio in Gran Bretagna, un paese da cui è partito per combattere a fianco dei miliziani dell’Isis un numero significativo di giovani, diretti in Siria e Iraq.