«Forte come la morte è l’amore». La scuola della Parola parte dal Cantico dei Cantici

Una poesia d’amore, con una serie di canti dove l’amato e l’amata si cercano l’un l’altro esprimendo senza remore il loro desiderio di unirsi e il loro sentimento, forte come la morte. La storia di una ragazza Israelita di cui l’imperatore babilonese si innamora perdutamente, tanto da farne la sua regina e mettere a morte il suo primo ministro che voleva sterminare tutti gli ebrei deportati. La riflessione di un re saggio sulla vita e i suoi affanni, sulla precarietà degli uomini e la loro perenne insoddisfazione. Ancora, il racconto di una vedova straniera che seduce il padrone del campo dove mendica gli avanzi del raccolto, tanto da farsi sposare e dare origine alla dinastia del re Davide. Infine il lamento di un profeta su Gerusalemme devastata, diviso tra la speranza per un futuro migliore, la condanna spietata per chi ha peccato, e la preghiera perché Dio possa muoversi a pietà e risollevare il suo popolo.

Questo il contenuto delle cinque megillôt (rotoli) che la tradizione ebraica ci consegna attraverso l’Antico Testamento: il Cantico dei Cantici, Ester, Qoelet, Rut e Lamentazioni. Saranno questi testi a comporre il percorso di Scuola della Parola 2014-2015, strutturato in quattordici incontri, sempre al mercoledì sera dalle 20:30 alla Casa del Giovane, a cominciare da mercoledì 8 ottobre. Una proposta di tradizione più che ventennale, che ha la peculiarità di offrire ogni anno all’uditorio un menù vario e sfizioso, abbinando le competenze dei relatori all’originario intento divulgativo, perché tutti siano aiutati a gustare la Scrittura e la sua ricchezza inesauribile. La scelta di affrontare questi testi chiede anzitutto un inquadramento sul loro contesto, ovvero le feste solenni di Israele, in ciascuna delle quali veniva letto uno di questi rotoli. Per questo tipo di introduzione è stato invitato da Milano un noto biblista come mons. Gianantonio Borgonovo, che si soffermerà sul binomio «La Bibbia e il tempo della festa». Saranno invece quattro biblisti diocesani (don Patrizio Rota-Scalabrini, don Giacomo Facchinetti, don Alberto Maffeis e don Lorenzo Flori) a condurre gli incontri dedicati ai cinque libri contenuti negli Scritti di Israele.

«Abbiamo scelto cinque libri che non sono minori, ma di facilmente trattabili negli incontri a disposizione» , commenta il coordinatore della proposta, don Patrizio Rota-Scalabrini. «Ci soffermeremo anche sul significato che questi testi hanno avuto per i cristiani. Il Nuovo Testamento non è escluso: verrà ripresa anche la rilettura cristologica che di questi testi è stata data. Per ciascun libro è significativo il suo legame con una festività (ad esclusione delle Lamentazioni, che si leggevano il nove di Av);un tema, quello della festa, cheverrà recuperato dal punto di vista del Primo Testamento, ma resta fruibile anche per l’oggi. In questo senso sarà prezioso il contributo finale di Vittorio Robiati Bendaud, segretario rabbinico di Milano. Il panorama delle solennità ebraiche sarebbe molto più ampio: lo affronteremo in modo parziale, perché escludiamo ad esempio lo Shabbat e lo Yom Kippur, a cui potrebbe comunque fare un breve cenno Borgnovo nel suo intervento iniziale».

Storie, quelle che ci verranno proposte, dove spesso Dio sembra centrare poco o nulla, ma che fanno raccontano esperienze molto umane che raccontano di un salvezza che passa per le vie più sorprendenti. Dalle storie degli uomini, delle loro grandezze e delle loro miserie emerge un Dio che ama l’ironia ma che non cessa di guidare la storia. A questa guida provvidente l’uomo può sempre affidarsi proprio perché Egli abita in ciò che è più quotidiano e prosaico: la storia del popolo dell’Alleanza passa anche dai Re e dagli eserciti, ma nessuna storia umana può chiamarsi fuori da questo cammino di salvezza.