Papa Francesco: apriamoci al dialogo e all’incontro, oltre le divisioni tra i cristiani

“Volete fare un giro? Salite!”. Non sappiamo se siano state davvero queste le parole pronunciate dal Papa, ma è certo che dalla sua mimica s’intuiva questo, quando ha fatto cenno con la mano a due bambini con il cappellino arancione, che gli avevano fatto capire il loro desiderio, di salire sulla “papamobile”. Certamente questo “giro” rimarrà indimenticabile per i due bambini, uno di loro con gli occhiali, che hanno viaggiato seduti dietro il Papa – una di loro con una maglia a righe bianche e azzurre, i colori dell’Argentina -. Papa Francesco è arrivato in piazza alle 9.40 circa, salutato come di consueto dall’ovazione della folla, da lui ricambiata con ampi gesti affettuosi di saluto. L’udienza generale di oggi è la prima “pausa” dal Sinodo dei vescovi sulla famiglia, al quale il Papa sta partecipando per intero. I padri sinodali sono impegnati intanto nel dibattito della Quinta Congregazione generale. Molto ricco il tema dei lavori di oggi: le “situazioni critiche” interne alla famiglia e le sue “pressioni esterne”, con riferimento ad “alcune situazioni particolari”.
“Durante il suo cammino nella storia, la Chiesa è tentata dal maligno, che cerca di dividerla, e purtroppo è stata segnata da separazioni gravi e dolorose”. Lo ha detto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi si è soffermato sulla necessità di superare le “divisioni” tra i cristiani. “Sono divisioni che a volte si sono protratte a lungo nel tempo, fino ad oggi, per cui risulta ormai difficile ricostruirne tutte le motivazioni e soprattutto trovare delle possibili soluzioni”, ha osservato. “Le ragioni che hanno portato alle fratture e alle separazioni – ha proseguito – possono essere le più diverse: dalle divergenze su principi dogmatici e morali e su concezioni teologiche e pastorali differenti, ai motivi politici e di convenienza, fino agli scontri dovuti ad antipatie e ambizioni personali”. Per il Papa, però, “quello che è certo è che, in un modo o nell’altro, dietro queste lacerazioni ci sono sempre la superbia e l’egoismo, che sono causa di ogni disaccordo e che ci rendono intolleranti, incapaci di ascoltare e di accettare chi ha una visione o una posizione diversa dalla nostra”.
“Di fronte a tutto questo, c’è qualcosa che ognuno di noi, come membri della santa madre Chiesa, possiamo e dobbiamo fare?”, si è chiesto Francesco. “Senz’altro non deve mancare la preghiera, in continuità e in comunione con quella di Gesù”, la risposta. “E insieme con la preghiera, il Signore ci chiede una rinnovata apertura”, ha ammonito il Papa: “Ci chiede di non chiuderci al dialogo e all’incontro, ma di cogliere tutto ciò che di valido e di positivo ci viene offerto anche da chi la pensa diversamente da noi o si pone su posizioni differenti. Ci chiede di non fissare lo sguardo su ciò che ci divide, ma piuttosto su quello che ci unisce, cercando di meglio conoscere e amare Gesù e di condividere la ricchezza del suo amore”. Tutto ciò, ha aggiunto il Papa, “comporta concretamente l’adesione alla verità, insieme con la capacità di perdonarsi, di sentirsi parte della stessa famiglia, di considerarsi l’uno un dono per l’altro e fare insieme tante cose buone, tante opere di carità”.