“Il marito della mia amica l’ha tradita”. Risponde suor Chiara

Sto cercando di aiutare un’amica. Il marito l’ha tradita. Lui è pentito: si trattato infatti della solita sbandata. Ma lei, fedelissima a lui e tutta dedita alla famiglia, non se la sente di perdonargli. Tu cosa ne pensi? Loretta

È comprensibile sperimentare la fatica e la resistenza nel perdono, cara Loretta! Anche dinanzi ai piccoli tradimenti quotidiani, tutti sperimentiamo la fatica di donare il perdono e di ridare fiducia. Le infedeltà coniugali feriscono in profondità, minando le quotidiane relazioni! Essendo causa di molta sofferenza, possono essere rielaborate e guarite solo molto lentamente, aiutati dalla fede e dall’amore! Se il tradimento giunge a colpire le dimensioni più profonde della nostra vita e a toccare le sfere più intime dell’esistenza, le resistenze sono molto più intense e caparbie. Occorre tempo, tanta comprensione e una speciale grazia del Cielo affinché la porta della relazione e della fiducia possa riaprirsi. Il perdono, infatti, non è “farina del nostro sacco”, ma è un atto divino! Solo Dio, infatti, può perdonare e rendere partecipi anche noi, sue creature, di questa sua prerogativa che è sempre per la vita! Donare il perdono a chi ci ha ferito è essenzialmente regalare a noi stessi, e all’altro, una nuova possibilità per vivere, amare, sperare. E …non è poco!

NON FAR FINTA DI NIENTE

È molto facile e frequente confondere il perdono con il “far finta di niente”, con lo sminuire la gravità di una azione o, peggio, con il vietarsi di provare sofferenza, risentimento o rabbia! No! Questo non è il perdono cristiano che, al contrario, è una scelta “lucida”.
A fondamento di questa scelta, però, vi è un’esperienza forte dell’Amore di Dio, della sua misericordia, che ci avvolge tutti, “dalla testa ai piedi”, e dell’amore dei nostri fratelli senza il quale non possiamo vivere. Grazie al perdono, che ogni giorno riceviamo da coloro che ci vivono accanto, anche noi veniamo ricreati e resi capaci, a nostra volta, di ridonarlo gratuitamente. Quanto sia difficile, tutti lo sperimentiamo! La strada, infatti, è quella dell’ amore che tutto scusa, tutto copre, tutto crede, tutto sopporta, tutto ama (cfr. San Paolo) e il passaggio obbligatorio è quello pasquale! Per questo non possiamo né attraversarlo, né percorrerlo da soli: ci sono necessari la fiducia, la comprensione, la tenerezza di chi ci vuole bene uniti all’affidamento totale a Dio che solo può perdonare in noi.

FRANCESCO: “SIGNORE FA CHE PIENAMENTE PERDONIAMO”

Significativa, a questo proposito, è un breve stralcio tratto dal Commento al Padre Nostro del nostro padre san Francesco. Parafrasando la sequenza del Padre nostro là dove dice: “Come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, il poverello di Assisi aggiunge:« E quello che noi non sappiamo pienamente perdonare, tu, Signore, fa che pienamente perdoniamo, sì che, per amor tuo, si possa veramente amare i nostri nemici e si possa per essi, presso di te, devotamente intercedere, e a nessuno si renda male per male, e si cerchi di giovare a tutti in te». Forse questa piccola invocazione può essere un aiuto anche per tutti quei nostri fratelli feriti nella fiducia, nell’intimità, nell’amore coniugale; una piccola preghiera da innalzare ogni giorno al cielo, affinché ciò che umanamente è difficile e amaro da accogliere e da perdonare, possa essere toccato e risanato dall’Amore misericordioso del Padre.

Il suo Figlio diletto ha sperimentato il tradimento da parte degli uomini e sappiamo cosa gli è costato! Ma egli stesso nel suo vangelo ci rassicura: «La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo». Il tradimento anche estremo può diventare occasione di salvezza. L’infedeltà può essere occasione per un dialogo coniugale più profondo e vero e può rilanciare verso una relazione ed una comunione più salda. I fallimenti: inciampo o occasione? Lo Spirito di comunione ci illumini e guidi nelle scelte.