Amore alla grande

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». (Vedi Vangelo di Matteo 22, 34-40. Per leggere i testi liturgici di domenica 26 ottobre 2014, trentesima del Tempo Ordinario, clicca qui)

Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti… Amerai il prossimo tuo come te stesso. L’abbiamo tutti nelle orecchie, questo comandamento. Ma spesso non è capito. Comprende tutto ma, proprio per questo, si presta a essere “ritagliato” su misura. Dell’amore ognuno ha un’idea sua.

I 613 PRECETTI DELLA BIBBIA

Ai tempi di Gesù si usava spesso fare una discussione. La bibbia è vasta e vi si trova dentro di tutto. I rabbini, avevano perciò elencato 613 precetti che si potevano trovavate nella bibbia, 365 dei quali negativi che quindi proibivano e 248 positivi che ordinavano. I rabbini sostenevano anche che tutti i precetti dovevano ugualmente essere osservati, anche se discutevano quale fosse il precetto più importante della bibbia. Gesù ha appena avuto una discussione con i sadducei. Gli hanno posto un caso strampalato: una donna sposa successivamente sette fratelli che muoiono tutti senza lasciare figli. Alla fine muore anche la donna… Di chi sarà moglie questa nella risurrezione dei morti? Gesù li mette a tacere in maniera magistrale. Allora i farisei, che condividono l’idea di Gesù sulla vita eterna, si rivolgono a lui e gli chiedono, appunto, lui che è così abile nell’interpretare la scrittura, quale precetto della bibbia sia il più importante. Anche questa volta Gesù risponde magistralmente: è il duplice comandamento dell’amore. Ma introduce, qui e altrove, tre precisazioni decisive.

IL PRECETTO PIÙ IMPORTANTE. CON ALCUNE PRECISAZIONI

La prima è che i 613 precetti della bibbia non sono tutti uguali. Ne esiste uno, quello dell’amore, appunto, che è il più importante di tutti.

La seconda precisazione riguarda l’identità del prossimo. Il prossimo comprende chiunque, anche e soprattutto i lontani. Non si deve amare solo l’ebreo, ma anche il pubblicano, il samaritano, il nemico.

La terza è lo stretto legame che esiste tra i due amori. Non si può amare Dio se non si ama il prossimo. L’amore di Dio “prende volto” nell’amore verso i fratelli.

LA PASSIONE PER LE VITTIME

Esiste un passaggio inquietante nella prima lettura. Questo: «Non maltratterai la vedova o l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io ascolterò il suo grido, la mia collera si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani». La bibbia attribuisce tutto a Dio. La frase, anche se in termini primitivi, dice una verità profonda. Quando in una società i deboli non sono tutelati, vuol dire che in quella società funziona la legge del più forte. Ma questa legge è crudele e può travolgere tutti. La difesa dei deboli è il termometro infallibile dello stato di salute di una comunità.

Ora, il cristianesimo ha sempre avuto una straordinaria “passione per le vittime”, per i deboli, i perseguitati. Da qui una prima riflessione. Oggi troviamo una grande difficoltà a individuare i veri deboli. Questo sta diventando per molti cristiani un ottimo pretesto per dimenticarli. Ma questo non potrebbe essere un segno inquietante della nostra crisi?

I DUE AMORI: O TUTTI E DUE O NULLA

Seconda riflessione. A proposito dei “due amori”. La tentazione ricorrente degli uomini è di vivere solo uno dei due amori. La forma più tradizionale è quella del solo amore verso Dio: è il cristiano che va in chiesa e che fa il prepotente e l’arraffone. La forma più “moderna” è quella del cristiano che è onesto e giusto ma ritiene di essere un buon cristiano solo per quello. Dio è un di più non necessario. Invece il vangelo di oggi dice che l’amore verso Dio ha la sua verifica con l’amore verso il prossimo e l’amore verso il prossimo riceve la sua vera grandezza aprendosi su Dio.

Chi ama davvero o ha il cuore grande e imita, seppur da lontano, il cuore di Dio che ama tutti o rischia di non amare nessuno.