Il giardino delle parole a Mapello: a scuola d’italiano, un passo per sentirsi “a casa”

«La scuola non è solo per fare carità, ma per creare ed educare alla cittadinanza.» È questo il primo obiettivo della scuola di Alfabetizzazione “ Il Giardino delle Parole” di Mapello, che nelle scorse settimane ha dato il via al nuovo corso 2014/2015, raccogliendo l’adesione di ben 36 donne straniere abitanti nel territorio, volenterose di apprendere la lingua italiana. La scuola di alfabetizzazione ha ricevuto la sponsorizzazione dell’ANPI di Mapello , il patrocinio del Comune e il sostegno della Parrocchia, oltre ad essere inserita nella lista dei progetti finanziati dalla Fondazione della Comunità Bergamasca ONLUS.
L’idea nasce dal gruppo di lettura che nello scorso ottobre 2013, riflettendo sul testo di Enzo Bianchi “L’altro siamo noi”, si è posto questa domanda: come rendere concreto il concetto di accoglienza dell’altro? La prima idea è nata osservando come al laboratorio di cucito, tenuto proprio da una delle future insegnanti, le donne straniere partecipanti trovassero molte difficoltà nel comunicare attraverso la lingua italiana, mettendo in evidenza la forte esigenza di riuscire ad esprimersi in tutti gli aspetti della quotidianità.
Le donne immigrate apprendono molto lentamente la lingua italiana rispetto agli uomini, inseriti attraverso il lavoro in un contesto più dinamico, dove la lingua italiana è utilizzata continuamente e quotidianamente. Le donne invece, spesso disoccupate, impegnate durante il giorno nelle attività domestiche, nella cura dei bambini, restano chiuse all’interno delle diverse comunità straniere, limitando la socializzazione con italofoni a pochi attimi durante il giorno e all’uso di semplici espressioni, come “ciao” e “buongiorno”.
Sulla base di quanto osservato, ecco quindi la prima esperienza di scuola di alfabetizzazione per donne straniere che, seppur di breve durata, da Febbraio a Giugno 2014, ha visto la partecipazione di ben 25 donne entusiaste di incominciare ad apprendere l’italiano. Tutte queste hanno poi aderito al nuovo anno accademico, con l’aggiunta di una decina di nuove alunne.
La maggior parte delle alunne vive a Mapello, ad Ambivere, qualcuno risiede a Pontida, e provengono da diversi Paesi stranieri. Il gruppo più numeroso è composto dalle arabofone, native in modo particolare del Marocco; forte anche la presenza di senegalesi, uno dei gruppi più coatti; alcune dall’India, qualcuno dalla Costa d’Avorio, oltre a Serbia e Cina. Come ha sottolineato don Alessandro Nava, parroco di Mapello, la scuola mostra l’importanza delle donne straniere nelle comunità. “Voi donne, con la vostra presenza numerosa,–ha detto il primo giorno di lezione- rendete possibile l’incontro tra diverse culture, e non solo: testimoniate che la reciproca conoscenza tra italiani e immigrati è possibile.”
Divise in quattro classi a seconda del proprio livello di alfabetizzazione, ogni settimana, il giovedì dalle 9:30 alle 11:30 presso l’oratorio di Mapello, le alunne tornano sui banchi, seguite da ben 13 insegnanti, tutti volontari, formati attraverso un breve corso tenuto dalla Cooperativa Impresa Sociale RUAH, che si occupa di accoglienza, formazione e occupazione degli stranieri. Per facilitare e rispondere alle esigenze di queste donne, la maggior parte mamme con bambini dagli 0 ai 3 anni, è stata predisposta anche un’attività di babysitteraggio, attutato da un gruppo di volontarie durante le ore di lezione.
La finalità di creare cittadinanza e di educare le donne per raggiungere una corretta e piena integrazione nella comunità, verrà messa in pratica anche attraverso alcuni incontri educativi e informativi. Per esempio l’incontro con una ginecologa, un medico di base, un addetto alla questura, come anche una spiegazione sulla corretta pratica della raccolta differenziata. Inoltre, è stata prevista una giornata di scambio culturale: un momento importante, dove le diverse culture e gli usi si mescolano tra loro, tra oriente e occidente, tra nord e sud del mondo, in un’esplosione di colori, profumi e lingue.