“Una donna, per guadagnarsi uno spazio che di solito alle donne non è consentito, deve sempre fare uno sforzo eccezionale”: così dice di Santa Caterina Da Siena lo scrittore Alessandro Barbero. Una grande donna del medioevo: monaca, mistica, intrattenne rapporti con mezza Europa grazie alle sue lettere vibranti di passione, che non aveva timore di inviare nemmeno ai Papi. Una donna piena di coraggio, una figura di grande attualità: è dedicato proprio a “Caterina da Siena” il secondo appuntamento de “Le Città Invisibili. Maestri e culture in dialogo”, organizzata da Fondazione Bernareggi e Festival della Cultura con Tramite Teatro e la direzione artistica di Maria Grazia Panigada. Appuntamento il primo dicembre alle 21 al Centro Congressi, in scena Serena Sinigaglia e Arianna Scommegna, con i testi di Elena Maffioletti e Michela Murgia.
“Questa indagine drammaturgia – spiega la regista Serena Sinigaglia – è stata per me, che ho una formazione ebraica e non conosco i santi cattolici, un’opportunità per scoprire una figura straordinaria. Mi ha colpito di Caterina la libertà, l’intraprendenza, la capacità di trattare da pari a pari con i potenti. E poi la capacità espressiva: in fondo è un’analfabeta che impara a scrivere tardi, ma nonostante questo riesce a tradurre in parole i suoi pensieri con una forza e una precisione notevole. Scrive con tranquillità a persone di rilievo, pensiamo oggi quale sforzo occorrerebbe per mandare una lettera a Obama, insistere perché la legga, costituirsi una fama tale da non poter essere ignorata”.
Le lettere di Caterina, prosegue la regista “sono profonde e contengono una raffinata componente di femminilità, che la Santa sa usare come un’arma. E poi c’è anche un aspetto virile, quando vuole provocare il suo interlocutore e indurlo a una reazione. Riesce a inviare insieme un messaggio di pace e di guerra, quando esorta i cristiani ad unirsi e a combattere contro gli infedeli. E’ una via che molti governi nel tempo hanno scelto e che continua ad essere percorsa anche oggi”.
In scena vedremo una lettura recitata, un dialogo a due voci con la regista stessa nell’inedita veste di interprete: “Sono una pessima attrice – commenta – ma mi pongo in scena con l’atteggiamento di chi vuole conoscere prima di esprimere un’opinione”. Accanto a lei ci sarà l’attrice Arianna Scommegna. Anche i testi sono rigorosamente al femminile: ci sono, certamente, ampi stralci delle lettere di Santa Caterina, che sono il cuore della lettura di lunedì. “Ci siamo chieste se queste lettere, scritte in un italiano antico, reggessero la scena, e con l’interpretazione di Arianna reggono eccome”. E poi altri due testi: si comincia con quello scritto dall’autrice bergamasca Elena Maffioletti. “E’ la prima volta che lavoro con lei – osserva la regista – ed è stata una bella scoperta, come Santa Caterina”. Questo testo introduce alla biografia, ai pensieri e alle parole della santa e la regista lo leggerà da un punto di vista particolare, quello di una sorella morta subito dopo la nascita, che da un luogo sospeso, l’aldilà, il limbo, getta uno sguardo “esterno” e allo stesso tempo affettuoso su Caterina. Infine, il testo della scrittrice Michela Murgia, dove si immagina – racconta Serena Sinigaglia – “che Caterina diventi una star e venga assediata dai giornalisti per rispondere alle domande. Qui compaiono interrogativi di Caterina a cui non siamo preparati a rispondere, o a cui rispondiamo in negativo”. La lettura della Santa ne fa affiorare l’attualità dirompente: “Si legge in molti aspetti – conclude la regista – nel modo in cui la santa si occupa di cosa vuol dire essere davvero cristiani ancora prima che cattolici, nella scoperta di cosa sia il bene comune, nella ricerca di ciò in cui vale davvero la pena di impiegare la vita”.
Biglietti euro 7, 5 per studenti fino a 26 anni, carnet libero per la rassegna 20 euro. Prevendita disponibile su www.fondazionebernareggi.it, tel. 035248772.
Nella foto di apertura del post di Gianvittorio Frau c’è Arianna Scommegna, qui sotto l’invito allo spettacolo di Serena Sinigaglia