Grillo e grillini. Circa gli ultimi tormenti dei Cinque Stelle

Grillo è “stanchino” e chiama cinque grillini a gestire il movimento. Si è un po’ spento, negli ultimi giorni, il grande interesse attorno ai tormenti dei Cinque stelle. Ma si continua comunque a parlarne.

Intanto, appare stranissima, stranamente esemplare la scelta del grande urlatore. È stanchino e quindi si fa aiutare. Ma, appena designati, i cinque si sono affrettati a dire che non sono lì per comandare. Tutti sono uguali. Tutti sono uguali, certo, ma i cinque, aggiungiamo noi, sono più uguali degli altri.

È tutto strano in questa vicenda. Strana la scelta di attribuire responsabilità per dire poi, subito dopo, che non ci sono responsabilità. Strana la scelta di mettere ordine nel gran gridare tipico del movimento. Come dire: mettiamo ordine nel nostro disordine. Strana la scelta di cinque uomini contro una sola donna. Il movimento che vuole buttare per aria tutto, è maschilista come la vecchia DC. Strano poi che tutti e cinque i pretoriani scelti sono originari da Roma in giù. Ma ovvio: sono stati scelti non perché rappresentino il paese, ma perché rappresentino le idee del capo: sono tutti e cinque rigorosamente “fedelissimi”.

Adesso staremo a vedere che cosa succederà. Se i cinque faranno qualcosa, o faranno esattamente quello che vuole il capo, ma allora non si capirebbe che cosa ci stiano a fare. O faranno qualcosa di diverso, ma allora il Movimento sarà un po’ meno movimento e i grillini un po’ meno grillini. Insomma: ci risiamo. Quando non basta darla addosso a qualcuno bisogna avere qualche idea, oltre a quella della fedeltà al capo e della voce grossa nel proclamarla. Perché, anche le ultime vicende confermano: quando si è sempre contro tutti si finisce, a un certo punto, per essere contro se stessi.