La pulce nell’orecchio/Lazio – Atalanta 3-0. Bisogna rifondare. La mentalità soprattutto

Lazio batte Atalanta 3-0 (0-0). Gli occhi spiritati di Colantuono in panchina, nel finale, la dicono lunga. Atalanta asfaltata senza attenuanti e in piena crisi.

Si prospetta una settimana complicatissima, in attesa del Palermo. Pure la società dovrà dire la sua. Due conclusioni in tutto (senza pretese) all’attivo – si fa per dire – dei nerazzurri. Il primo tiro di Bianchi dopo un quarto d’ora. Il secondo, a babbo morto, di Carmona a 7 minuti dalla fine. Numeri sufficienti, da soli, a indirizzare un commento necessariamente impietoso. Ma sono gli stessi numeri che si ripetono ossessivamente, se è vero che fuori casa questa squadra – che indubbiamente va rifondata – ha segnato solo a Cagliari. Ed eravamo ancora d’estate.

Questione d’uomini o di mentalità? Propendiamo nettamente per la seconda soluzione. L’allenatore stavolta ha tradito il suo prediletto 4-4-1-1, schierando Moralez alle spalle del duo Denis-Bianchi. Però concettualmente ben poco è cambiato. Denis – che non s’è risparmiato – ha dovuto giocare costantemente spalle alla porta, risucchiato spesso addirittura nella propria area di rigore. Sicché, distratto Moralez dai consueti compiti di contenimento, Bianchi è rimasto solo lassù. Meno tattica esasperata e più gioco: ecco che cosa servirebbe.

Fino al 30′ la gara non ha praticamente offerto spunti. La Lazio – venendo l’Atalanta da tre 0-0 esterni – ha atteso con pazienza cominciando ad accelerare poco prima dell’intervallo dopo aver notato che sulla sua destra Del Grosso – preferito a Dramé – poteva faticare al cospetto d’Anderson. E infatti è stato proprio il brasiliano a sfondare, all’inizio della ripresa, servendo a Mauri su un piatto d’argento l’assist del primo gol. Da quel momento i nerazzurri sono letteralmente spariti dalla scena, meritandosi il severo punteggio con relativa lezione. Colantuono ha cambiato Migliaccio con D’Alessandro, passando così al 4-4-2, e Del Grosso con Dramé, custodendo gelosamente in panchina l’autore della metà dei gol sinora segnati dell’Atalanta, cioè Boakye. L’africano è stato infatti messo in campo appena beccato il raddoppio di Mauri.

Pensierino della sera: inutile cambiare modulo, senza una reale organizzazione della fase offensiva, che deve prevedere qualche sovrapposizione sugli esterni, inserimenti da dietro favoriti da movimenti ben precisi delle punte, uno-due, eccetera. Altrimenti dopo mezzo’ora t’abbassi fatalmente e diventi facile preda dell’avversario. Quanto alle pagelle, infine, tutti male meno Stendardo e Sportiello, che ha negato il quarto gol a Keita.