La ragazza con l’orecchino di perla: la gemma di Vermeer al cinema

Dieci anni fa a far scoprire al mondo «La ragazza con l’orecchino di perla» è stato il film interpretato da Scarlett Johansson e tratto dal delicato, intenso romanzo di Tracy Chevalier. Ora l’opera di Vermeer torna al cinema con il documentario «La ragazza con l’orecchino di perla», con la regia di David Bickerstaff. Sarà nelle sale, attenzione, per un solo giorno di proiezioni martedì 13 gennaio. Sarà possibile vederlo a Bergamo al cinema San Marco e all’Uci di Curno. «La Ragazza con l’orecchino di perla» di Vermeer e altri tesori dal Museo Mauritshuis è il tour cinematografico che racconta il ritorno a casa della Monna Lisa del Nord in occasione della riapertura del museo dopo due anni di restauri. L’arte al cinema piace molto, come ha già dimostrato lo straordinario successo dei tour cinematografici tra le sale dell’Hermitage di San Pietroburgo, dei Musei Vaticani di Roma, del MoMA di New York e della Tate Modern di Londra. Ora gli spettatori potranno passeggiare tra le sale del museo dell’Aia. La Ragazza con l’orecchino di perla, l’opera di Jan Vermeer – che 150 anni fa era soprannominato la “Sfinge di Delft” perché ben poco si sapeva della sua vita e del suo lavoro- si offre oggi al pubblico in tutta la sua silenziosa e aggraziata bellezza. Negli ultimi anni ha viaggiato nei più importanti musei del pianeta (dove ha incontrato oltre 1,2 milioni di spettatori da Tokyo a New York, da Atlanta a Bologna), ed è ora rientrata al Museo Mauritshuis  pronta a raccontare la sua storia. I lavori per restaurare e ampliare l’elegante edificio in cui risiede il Museo, situato nel centro della città, si sono ispirati al Louvre di Parigi. Percorrerne le sale grazie alle videocamere è un modo per esplorarlo in lungo e in largo, nella consapevolezza che le opere che vi sono racchiuse raccontano storie che da secoli alimentano l’immaginazione di scrittori e registi. Realizzati per lo più per committenti privati, più che parlare al pubblico del tempo i quadri del Museo Maurithuis si rivolgono a singoli individui e per questo risultano spesso indecifrabili e misteriosi. Proprio come «La ragazza con l’orecchino di perla» che rappresenta quello che gli studiosi definiscono un “tronie esotico”. I Tronie sono ritratti raffiguranti “tipi”, più che persone, e sono un genere molto diffuso nella pittura olandese del Seicento. Il volto idealizzato della fanciulla e il suo insolito e luminoso abbigliamento (dal grosso orecchino in perla al copricapo a turbante, realizzato con panni gialli e azzurri) offrono al dipinto un carattere di atemporalità e di silenzioso mistero. Un’aura di pace e armonia pervade con delicatezza l’immagine: il modo in cui la giovane donna volge il capo – con le labbra umide e socchiuse quasi volesse prendere tra un attimo la parola – stimola la fantasia di chi guarda e ha sicuramente contribuito alla straordinaria popolarità del più famoso dipinto di Vermeer.