«Il Nembro giovane»: così scopriamo il valore del lavoro di gruppo

Abbiamo chiesto a don Matteo Cella, curato di Nembro, di raccontarci l’esperienza del bollettino “Il Nembro” che ospita un inserto “giovane”. Le sue risposte tracciano un’interessante riflessione sull’uso dei mezzi di comunicazione in parrocchia.

A Nembro la parrocchia pubblica mensilmente un bollettino «Il Nembro» gestito da un giornalista in pensione, Gino Carrara. Viene distribuito in tutte le case gratuitamente e raggiunge adulti e anziani.
Alleghiamo ogni mese con 8 pagine A3 «Il Nembro Giovane». La redazione è di una decina di giovani a cui si sono aggiunti recentemente due giovanissimi grafici. E’ interamente autoprodotto dall’oratorio. La redazione decide un tema mensile e cerca di tenere un linguaggio e dei contributi che possano parlare ai ragazzi e ai giovani. Abbiamo riscontri molto positivi da parte della popolazione adulta che di tanto in tanto ci contatta e manda complimenti. E’ significativo poter condividere le idee dei giovani e la vita dell’oratorio anche con loro. Percepiamo che i ragazzi e i giovani legano poco (in generale) e quindi anche la nostra pubblicazione rischia di andare dimenticata da questa parte di pubblico.
Cerchiamo di compensare con il mondo digitale dove comunque prevalgono messaggi brevi, diretti e di veloce consumo. La strategia che abbiamo individuato è quella di prediligere l’uso delle immagini e quando possibile del video. Abbiamo attivato anche un canale YT oltre ai classici social network. Anche su questo fronte, nonostante l’impegno, avvertiamo che il pubblico è difficile da coinvolgere specie se giovane. Ancora una volta la modalità più efficace è il passaparola, il contatto diretto e il raggiungere le persone nel modo più personalizzato possibile. In questo strumenti come la messaggistica istantanea (WhatsApp) aiutano, anche se hanno molti limiti tra cui quello di non sfociare mai nell’apertura alla dimensione pubblica.
La comunicazione moderna richiede comunque una complementarietà di strumenti capaci di interagire tra loro: troviamo utile inviare delle newsletter, pubblicare le riflessioni in modo più disteso sui mensili, richiamare gli eventi sui social o sul sito, mantenere dei contenuti on line come i video e diffondere volantini cartacei in modo capillare quando necessario. Servono a poco le locandine appese in giro per il paese. E’ positivo il riscontro dato dalla pubblicazione di foto ricordo di avvenimenti: al CRE, nelle feste, nelle diverse attività. Caricandole sul profilo FB (visibile agli amici per tutelare la privacy) riscuotono sempre un elevato numero di apprezzamenti e tengono viva la memoria anche a distanza di qualche settimana.
Servirebbe ai nostri oratori (forse anche ai comuni e alle scuole) trovare dei modi per aiutare ragazzi e famiglie a gestire la mole spropositata di informazioni, proposte e messaggi che ogni giorno ci martella. Nella eccessiva quantità si confonde la cosa importante e quella banale e anche i nostri contributi rischiano di affogare in un fiume in piena. Ciò nonostante è necessario usare tutti i canali di comunicazione che possiamo gestire: i testimoni sono per definizione dei comunicatori. Comunque è uno dei valori di NG è proprio il lavoro di redazione permette di avere un gruppetto di giovani condivide un impegno è un confronto su alcune idee.

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