Una delle maggiori religioni professate dagli stranieri in tutto il vicariato di Gazzaniga è sicuramente la religione islamica, con un’alta percentuale di fedeli sul totale della popolazione immigrata residente in zona. Nelle 8 parrocchie che costituiscono il vicariato, si è cercato già negli ultimi anni, e ancora si cerca, di intrecciare dialoghi e percorsi comuni, in vista di un’integrazione reale, raggiungendo anche ottimi risultati di convivenza e reciproca scoperta.
Il Centro Culturale Islamico della Val Seriana, come ha spiegato il rappresentante Abdembi Hamzaoui, è stato creato a Gazzaniga nel 1999 e da quindici anni ha promosso, grazie anche al sostegno dei parroci delle parrocchie del vicariato e di don Massimo Rizzi, direttore dell’ufficio diocesano dei migranti, incontri interreligiosi e occasioni di confronto tra la parrocchia e la comunità islamica.
“Per poter rispettare l’altro, è essenziale prima di tutto imparare a conoscere – ha sottolineato Hamzaoui -. Vogliamo creare delle comunità senza frontiere, in cui non manchi mai l’aiuto reciproco e soprattutto non si guardi alle differenze di razza e religione come ad un elemento di discriminazione, ma di ricchezza reciproca.”
“Certo, il dialogo non sempre è semplice, ci sono di tanto in tanto delle difficoltà, delle incomprensioni – ha raccontato don Camillo Brescianini, parroco di Cene -, ma sono fatiche risolvibili.” Proprio a Cene le comunità cristiane e musulmane collaborano con grande sinergia di intenti in più momenti durante l’anno. Per esempio il Cre (Centro ricreativo estivo) è frequentato anche da ragazzi musulmani. “Ho richiesto che fosse presente una guida anche per la preghiera dei ragazzi islamici, perché ritengo la preghiera importantissima – ha continuato don Brescianini -: pregare aiuta a crescere nella dimensione spirituale e in quella umana, perché Dio non divide, Dio unisce e la religione ci porta a cogliere quelle radici comuni che ci fanno sentire tutti figli dello stesso Padre”.
Durante l’anno sono stati poi promossi a Cene una serie di incontri per incoraggiare la conoscenza reciproca tra i due gruppi, quello cristiano e quello musulmano . “E’ importante che la comunità cristiana si educhi a riconoscere e apprezzare gli aspetti positivi delle culture che incontra –ha concluso don Brescianini -, ma deve anche educare a fare altrettanto. Solo nella reciprocità esiste la crescita comune.”