Sul web c’è ancora la «cortina di ferro». Non è un’opportunità per tutti

In cima alla classifica ci sono i Paesi nordici; in fondo quelli dell’est e mediterranei. Secondo l’«Indice dell’economia e della società digitali», presentato il 24 febbraio dalla Commissione Ue a Bruxelles, «l’esperienza digitale dipende dal Paese in cui si vive» e «i risultati variano infatti dai principali protagonisti digitali come la Danimarca (con un punteggio di prestazione digitale pari a 0,68 su un massimo di 1) fino ai Paesi con le prestazioni più basse come la Romania (con un punteggio pari a 0,31)». La fotografia sull’accesso e l’utilizzo di internet nell’Ue28 identifica una doppia valenza del web, in grado da una parte di «accorciare le distanze» tra i popoli e i mercati europei, e dall’altra di rimarcare le distanze culturali, economiche e comunicative che sopravvivono tra i Paesi aderenti.

Sbloccare le opportunità. I dati proposti dall’Esecutivo dimostrano che «all’interno dell’Ue la digitalizzazione non è uniforme» tra gli Stati membri e che «i confini nazionali continuano a rappresentare un ostacolo a un vero e proprio mercato unico digitale». Insieme alla Danimarca figurano, come migliori prestazioni digitali, Svezia, Paesi Bassi, Finlandia, seguiti da Belgio, Regno Unito, Irlanda e Germania. In buona posizione anche Spagna e Austria. In fondo alla classifica, con un accesso e utilizzo di internet ridotto al minimo, appaiono Romania (ultimo posto), Bulgaria, Grecia, Italia, Ungheria, Polonia, Cipro. La Commissione spiega che «sono innumerevoli le opportunità digitali in attesa di essere sbloccate a vantaggio dei cittadini e delle imprese europei: dagli acquisti allo studio online, al pagamento delle bollette o all’utilizzo di servizi pubblici. Internet è la risposta, ma alle giuste condizioni».

Numeri in crescita. Tra i risultati della ricerca (basata su 30 indicatori), emerge inoltre che «la maggior parte dei cittadini europei usa internet regolarmente»: il 75% nel 2014 (il 72% nel 2013), con percentuali che variano dal 93% del Lussemburgo al 48% della Romania; «i cittadini europei desiderano accedere a contenuti audiovisivi online»: il 49% degli utenti europei di internet ha utilizzato o scaricato giochi, immagini, film o musica. Questi dati «dimostrano comunque che l’Europa sta diventando digitale e che i cittadini europei godono di nuovi, eccellenti servizi», ha affermato Andrus Ansip, vicepresidente responsabile per il mercato unico digitale. «La stragrande maggioranza degli europei usa internet: ad esempio i cittadini desiderano accedere a contenuti online e noi dobbiamo facilitare quest’accesso». Un mercato unico digitale «può offrire loro un accesso più ampio, aiutare le imprese a innovare e a crescere e rafforzare la fiducia nei servizi online quali l’amministrazione elettronica o i servizi bancari via internet. La Commissione europea farà in modo che questo accada».

Ancora troppe differenze. «Le piccole e medie imprese – riferisce lo studio della Commissione – incontrano difficoltà nel commercio elettronico»: solo il 15% delle Pmi vende online; i servizi pubblici digitali «sono una realtà quotidiana in alcuni Paesi, ma quasi inesistenti in altri»: il 33% degli utenti europei di internet ha utilizzato formulari online per inviare informazioni alle autorità pubbliche, con percentuali che variano dal 69% della Danimarca al 6% della Romania. Inoltre il 26% dei medici di famiglia in Europa utilizza prescrizioni elettroniche che vengono trasferite ai farmacisti tramite internet, con percentuali che variano però dal 100% in Estonia allo 0% a Malta.

Crescita e lavoro. Il commissario per l’economia e la società digitali, Günther H. Oettinger, ha quindi commentato: «L’indice digitale dimostra, ad esempio, come siano radicalmente cambiate le modalità con cui si guardano i film: le persone guardano ancora le serie preferite in televisione, ma un numero considerevole, pari al 40%, guarda anche video su richiesta e film online. Dobbiamo adattarci alle esigenze dei cittadini e pensare di adeguare la nostra strategia». Il prossimo maggio vedrà la luce la nuova «strategia per il mercato unico digitale» che è in fase di preparazione negli uffici del Berlaymont, sede della Commissione. «La strategia mira a creare le condizioni adeguate affinché le imprese e i cittadini europei facciano un uso migliore delle grandi opportunità offerte dalla tecnologia digitale al di là dei confini nazionali». Per la Commissione, con la creazione di un mercato unico digitale «nei prossimi 5 anni l’Europa potrà generare fino a 250 miliardi di euro di ulteriore crescita e centinaia di migliaia di posti di lavoro».