Accanimento anti immigrati. Gli strani casi di Bolgare, Telgate, Seriate

Foto: Silvana Saita, consigliere regionale della Lega, già sindaco di Seriate e già Presidente diocesano di Azione Cattolica.

Prima Bolgare, poi Telgate e ora Seriate. Tre paesi della bergamasca amministrati dalla Lega che, in tempi diversi, hanno stabilito, con delibere di giunta, di aumentare il costo per il “Certificato di idoneità alloggiativa”. È un certificato che chiedono quasi esclusivamente i cittadini di origine straniera per ottenere il permesso di soggiorno, per la sottoscrizione del contratto di lavoro o per il ricongiungimento dei familiari. A Bolgare il costo era fissato a 500 euro (costava 30 euro nel 2011, 150 nel 2012), a Telgate da 100 è passata a 325 euro, a Seriate si accontentano di 220 euro (prima era di 70, con un aumento del 314%).

BOLGARE, I “FENOMENI DELITTUOSI” E IL “GRAVAME” ECONOMICO

Bolgare ha fatto scuola e la delibera (n.6/2014) andrebbe studiata. Si leggeva che l’aumento del prezzo del certificato era stato deciso perché nel paese si erano «riscontrati fenomeni delittuosi» che avevano comportato per le casse comunali un “gravame”. Per il sindaco e i suoi assessori è sembrato equo addebitarlo alle «individualità extracomunitarie». Peccato che – secondo il giudice Carli, della prima sezione del Tribunale del Lavoro di Bergamo – sia «discriminatoria», quindi «da ritirare». La sentenza, emessa lo scorso agosto – dopo che un gruppo di cittadini stranieri, insieme all’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, alla Cgil e alla Cooperativa Ruah, aveva impugnato il provvedimento – non lascia spazio a interpretazioni. «La delibera in questione deve dunque considerarsi illegittima» per violazione dell’art. 97 della Costituzione, «nonché discriminatoria, poiché configura una situazione di svantaggio che colpisce un gruppo sociale connotato da un fattore, quale il fattore etnico». Il Comune è stato dunque obbligato a «revocare la delibera» ripristinando i diritti di segreteria «nel valore precedentemente in essere».

A TELGATE SI TEME L’EBOLA E SI INCOLLANO I CROCIFISSI AI MURI

A Telgate gli amministratori leghisti hanno invece sostenuto che l’aumento è solo una questione di costi. «La certificazione di idoneità alloggiativa – ha affermato il Sindaco – comporta un procedimento lungo e complesso che si articola in varie fasi. Noi ne abbiamo quantificato il costo, in base al tempo richiesto all’anagrafe, all’ufficio tecnico, alla polizia locale, e ai tecnici esterni di acqua e gas che noi abbiamo deciso di fare intervenire per dei sopralluoghi. Nella fattispecie: ore di lavoro dei vari dipendenti comunali circa 160 euro, un’ora di un elettricista comprensivo di diritto di chiamata 61 euro oltre Iva del 22%, un’ora di un idraulico comprensivo di diritto di chiamata 61 euro più Iva, spese di cancelleria e benzina 19 euro Il tutto costa 325 euro. E invece di farli pagare alla comunità li chiediamo ai diretti interessati. Del resto si pagano anche i bolli o i servizi di segreteria su tante pratiche e nessuno protesta». Anche in questo caso la cooperativa Ruah e altri hanno impugnato la delibera e si è in attesa di un pronunciamento del Tribunale. L’Amministrazione di Telgate è una che si fa sentire e a cui non manca la fantasia. Prima con l’ordinanza per il «divieto di dimora sul territorio a persone prive di tessera sanitaria o di regolare certificato medico». Obiettivo, evitare malattie, «per esempio l’ebola» (!!!). E poi a dicembre con un’ordinanza che prevedeva «l’acquisto di crocifissi per adornare le aule delle scuole comunali che ne siano sprovviste» e nella quale si prevedeva di «procedere con l’affissione inamovibile». In che modo? Utilizzando la colla. Dunque a Telgate i crocifissi sono incollati al muro, per evitare che vengano rimossi. In realtà, nessuno aveva chiesto di toglierli dai muri di elementari e medie del paese e infatti lo stesso primo cittadino ha spiegato che si tratta di una «mossa preventiva», probabilmente per evitare vicende come quelle del presepe della scuola De Amicis di Bergamo.

SERIATE CON LA LEGHISTA DI FERRO SILVANA SAITA, GIÀ SINDACO, GIÀ PRESIDENTE DI AC

Ora tocca Seriate. Anche in questo caso, gli amministratori si premurano di dire che l’aumento – a partire da quest’anno – ha a che fare unicamente con i costi del servizio. L’obiettivo – dicono – «è solo quello di aumentare la qualità dei controlli così da assicurare una maggiore garanzia in termini di vivibilità, qualità urbana e sicurezza e si colloca in un percorso di riqualificazione del centro storico». Chi non è d’accordo con il Sindaco – che lo scorso dicembre ha subito il gesto di infami che gli hanno imbrattato con scritte ingiuriose e vernice rossa la targa del suo studio – sostiene che a Seriate esiste certo un problema di degrado del centro storico. Che però è dovuto – affermano – «a vent’anni di mancata attenzione al fenomeno dell’immigrazione, lassismo nei confronti di chi affitta e vende senza rispettare le regole hanno prodotto una concentrazione di immigrati». Personalmente sono curioso di conoscere sull’aumento consistente del costo del certificato la posizione di Silvana Saita, ora parlamentare regionale della Lega Nord, già Sindaco di Seriate. Prima ancora Presidente Diocesana di Azione Cattolica.

UN CROCEFISSO DI CARNE. CHE SI STACCA DAI MURI E SI ATTACCA SUI VOLTI

Queste vicende – il cui esito pare scontato e paiono essere pensate solo per attirare l’attenzione e mostrare i muscoli nei confronti dei cittadini di origine straniera – evidenziano quanto l’irruzione di persone di fedi e di culture diverse stia portando, inevitabilmente, scompiglio e diffidenza. Lo sappiamo: il cammino per imparare ad abitare il “pluriverso” si preannuncia lungo e faticoso. Cavalcare le paure – non sempre immotivate – della gente, seguire le scorciatoie – di grande effetto mediatico – sono, molte volte, il modo con cui la politica cerca di gestire questo complesso problema. A volte si ha perfino l’impressione che l’identità debole della nostra civiltà chieda di essere “determinata” a partire dall’individuazione di avversari, di nemici. Eppure, crediamo sia estremamente urgente lavorare per costruire “terre di mezzo”, imparare a conoscere la differenza, a cogliere il valore della diversità, a continuare la ricerca, mai conclusa, della propria identità che si costruisce sempre nella relazione con l’altro, a ritessere, giorno dopo giorno, nell’impegno feriale, il senso e le ragioni della convivenza tra diversi. Senza fughe o scorciatoie. Ne va della nostra umanità. Ne va della nostra fede. Per chi crede nel crocefisso che si stacca dai muri e si rende presente nella carne e nel volto di chi fa più fatica. Altrimenti è un idolo che non merita essere preso sul serio.