La pulce nell’orecchio/Parma – Atalanta 0-0. Niente di nuovo sotto il sole

Parma e Atalanta 0-0. A dirla tutta, la Pulce di questa rubrica, che quest’anno ha rumorosamente ronzato nell’era Colantuono, col nuovo allenatore Edy Reja s’aspettava di poter volare più basso. Invece questo pari a reti bianche è stato del tutto simile a quelli per nulla spettacolari e assai criticati di Empoli, Sassuolo, Torino, eccetera.

Squadra preoccupatissima dell’arduo compito, provenendo da quattro sconfitte consecutive e dovendo esibirsi sul campo dell’ultima in classifica. La classica situazione di chi – tirato per i capelli al centro dell’attenzione a causa del caos Parma – sta nella condizione di chi ha tutto da perdere e ben poco da guadagnare. Però la prestazione è stata davvero troppo rinunciataria, contribuendo ovviamente a partorire – con la complicità dei comunque giustificati padroni di casa – una gara priva d’emozioni. Tant’è vero che in questa sede pure una parvenza di cronaca risulterebbe inutile.

Strano l’atteggiamento remissivo dell’Atalanta, se teniamo conto che Reja ha cominciato a cambiar le carte in tavola, pur con la precauzione d’andarci piano. Il centrocampo, cioè il reparto più determinante, è passato da due a tre. L’allenatore ha affidato più che mai le chiavi del gioco a Cigarini, sollevandolo in parte dalle fatiche della fase di contenimento con due scudieri come Carmona e Migliaccio. A non funzionare – e non per colpa di Cigarini – è stata la proposta offensiva, sebbene ben tre giocatori ad essa fossero preposti. Proprio gli attaccanti non hanno quasi mai dettato il passaggio. Soprattutto Boakye, schierato come esterno sinistro, ha deluso al punto essere sostituito nell’intervallo da D’Alessandro. E quest’ultimo, se non altro, ha provato qualche uno contro uno, pur senza esito. Pinilla, punto di riferimento centrale, non ha dato profondità, anche se qualche pallone l’ha difeso con successo. Emanuelson ha finito col rendersi più utile nel custodire la sua fascia.

Al primo tentativo, insomma, non s’è vista una gran scossa. E bisogna pur aggiungere che, se una delle due squadre avesse dovuto vincere, questa sarebbe stata il Parma. Probabilmente difficile smaltire il cambio di panchina. Il colantuonopensiero forse ronzerà ancora per due o tre settimane nelle orecchie di qualcuno. Più un calabrone che una pulce.