Contemporary locus: sfere colorate e giochi di suoni fanno rivivere Porta Sant’Alessandro

Ci sono luoghi di Bergamo dotati di rara bellezza e fascino, storia e arte. Luoghi che purtroppo, a volte, sono inaccessibili. Contemporary locus, la onlus nata nel 2012 a cura di Paola Tognon, si pone la sfida di riscoprire questi ambienti dando loro nuova vita attraverso l’arte contemporanea.  Giunta alla sua settimana edizione, ha voluto riaprire alla città la Porta Sant’Alessandro, disposta lungo le Mura venete e rimasta chiusa per quasi un secolo, coinvolgendo gli stessi cittadini come parte integrante e fondamentale del progetto. Un’opera che ha richiesto al team dell’associazione un duro lavoro di circa un anno, grazie anche al sostegno di moltissimi collaboratori, di ingegneri, architetti e artisti, del comune di Bergamo e di diversi assessorati.

La porta Sant’Alessandro, affacciata su Colle Aperto, ci riporta al 1561, quando la Repubblica di Venezia decise di riprendere con energia l’edificazione delle Mura Venete. Sorta sulla demolizione di due borghi e della basilica paleocristiana dedicata al Martire, la porta serviva da collegamento e da confine daziario, oltre che a contenere nella parte superiore l’acquedotto Magistrale, ancora visibile all’interno.

«La porta era ed è un luogo con una forte identità –ha spiegato Paola Tognon durante l’anteprima-, che durante gli anni ha cambiato molto la sua fisionomia e la sua funzione. Tuttora è utilizzata come passaggio di veicoli e persone, oltre ad essere uno dei principali punti di ritrovo.»

Come per tutti i precedenti progetti di contemporary locus, seguendo la politica dell’associazione che vuole ricongiungere il passato con il presente, sono state installate due opere d’arte contemporanea, nate dalla creatività di altrettanti artisti: il modenese Davide Bertocchi, che vive e lavora a Parigi, e l’austriaco Heimo Zobernig, recentemente impegnato alla Biennale di Venezia.

Le installazioni, entrambe site-specific, catturano immediatamente l’attenzione. L’opera di Zobernig, Untitled, è composta da grandi sfere di vetro soffiato a mano volante, dal bellissimo colore rosso rubino, illuminate debolmente per ricordare delle lanterne. Realizzate a Murano, ricollegano l’ambiente alla sua storicità, offrendo sempre nuove suggestioni sia di giorno che di sera, con giochi di colore e luce.

L’istallazione di Bertocchi, dal nome Polyphonic Door, trasforma invece l’architettura del luogo in uno strumento capace di produrre  suoni, note e accordi. Per l’opera è stato utilizzato l’organo della Basilica di Santa Maria Maggiore. E proprio questa sua ideazione permette la partecipazione viva e diretta dei passanti, attraverso un sistema ingegnoso e tecnologico. «La riproduzione dei suoni, del tutto casuale, è attivata dal passaggio e dai movimenti attraverso la porta, proprio qua sotto – ha sottolineato l’artista -. Il flusso della comunità è il primo protagonista, collegando così la parte bassa e più movimentata della porta con quella superiore, per anni rimasta vuota e inutilizzata».

Contemporary locus 7 valorizza così le stesse Mura venete, candidate per essere inserite nel Patrimonio dell’Unesco. «Contemporary Locus incontra e sposa il progetto dell’associazione Terra di San Marco che insieme al comune di Bergamo vuole presentare al Patrimonio Mondiale dell’Umanità le Mura venete – ha raccontato Roberto Amaddeo, portavoce del progetto -. Bergamo è la capofila di questo progetto, e contemporary locus non fa altro che aumentare le possibilità della candidatura, facendo incontrare l’arte con l’identità dei bergamaschi e della città stessa».

La riapertura di luoghi bergamaschi dimenticati o perduti non si ferma qua, perché come ha svelato Paola Tognon sono già cominciati i lavori per contemporary locus 8 e 9.

Appuntamento allora a sabato 28 marzo, ore 11, per l’inaugurazione ufficiale della Porta Sant’Alessandro,  visitabile fino al 24 Maggio. Per informazioni visitare il sito www.contemporarylocus.it

Foto © di Francesca Locatelli