Qui Redona: «Il Cre è un’occasione di impegno. Ma non finisce tutto lì»

Il Cre: un momento formativo importante, che dà la possibilità ai giovani (in particolare agli animatori) di vivere un’esperienza di servizio e di attenzione al prossimo, con la costruzione di legami forti all’interno della comunità. E che spesso si può tradurre in un impegno successivo all’interno della parrocchia o nella comunità, in senso lato. Queste sono dunque tra le principali “eredità” che il Cre può lasciare a ciascun ragazzo, secondo don Gianangelo Ravizza, parroco di Redona: «Penso che sia già di per sé un momento intenso, soprattutto per il discorso educativo che riguarda i ragazzi: costituisce dunque un momento di crescita importante, di costruzione di sé, che rimane, se l’hai vissuto e costruito bene».
Un’esperienza formativa a 360° gradi, dunque, la cui ricchezza non si ferma all’immediato, ma può porre le basi per un percorso di impegno e di attenzione all’altro nel futuro. «L’altro aspetto importante – continua don Gianangelo – riguarda le relazioni tra ragazzi e adulti e tra questi e la comunità: il Cre è costruito cercando di inserire il percorso nel tessuto comunitario, con alcune proposte che vanno oltre i confini fisici dell’oratorio. Per questo motivo è particolarmente significativa la ricchezza del rapporto tra gli adolescenti e i ragazzi più grandi, ossia tra i frequentatori del Cre e gli animatori, che permette a questi ultimi di provare un atteggiamento di cura e di attenzione al prossimo in ambito educativo. Gli animatori non sono dunque un problema, come talvolta si sente dire, ma una risorsa fondamentale. Nell’ambito del Cre, infatti, gli animatori hanno la possibilità di crescere e di vivere lo spirito di servizio: anche questo rimane, se è curato. Se i ragazzi immettono degli elementi di freschezza e di giovinezza all’interno della comunità, si crea infatti un clima positivo, che dovrebbe poter proseguire. Gli animatori possono dunque stabilire legami importanti durante i Cre e la loro esperienza di crescita può trasformarsi in una presenza costante di riferimento all’interno della comunità, a patto che vengano seguiti. E questo “ruolo” può essere da loro giocato non solo nell’ambito della vita cristiana, ma anche nel tessuto civile del territorio». E anche nel quartiere cittadino di Redona la preparazione del Cre di quest’estate è in pieno fermento: «Sono profondamente convinto del fatto che il Cre sia un momento forte di crescita, di avvicinamento alle famiglie e di costruzione di relazioni che possono arricchire».