Le tragedie degli immigrati, le paure dei cittadini e il cinismo delle forze politiche che le sfruttano

“A Roncobello continua il presidio della Lega Nord contro l’ospitalità dei profughi nella casa vacanze Santa Maria del Carmine. E’ la stessa presa di mira nei giorni scorsi da alcuni vandali che, dopo essere entrati abusivamente, hanno distrutto bagni e quadri elettrici. I manifestanti, riuniti sotto la scritta “Gruppo cittadini di non-accoglienza”, hanno deciso di presidiare la zona 24 ore su 24”. Evidentemente, chi ha preso di mira la casa che dovrebbe accogliere gli immigrati non era immigrato. Abbiamo saputo da fonte sicura che l’idraulico incaricato di sistemare i bagni devastati dai vandali ha ricevuto minacce e ha dovuto rinunciare al lavoro.

I piccoli fatti di casa si aggiungono ai molti fatti di diversa provenienza. Fino alle posizioni becere e aggressive dei molti che gioiscono, sconciamente, per i molti morti.

Ormai è chiaro. Più aumenta la pressione dei profughi che arrivano dall’altra sponda del Mediterraneo, più aumenta la paura su quest’altra sponda. E al centro di quelle paure si trova l’Italia. Con la conseguenza che l’emergenza profughi sta creando un’emergenza anche nella politica, dove le posizioni tendono a spostarsi sulle ali più estreme. Avevo parlato, qualche giorno fa, di mancanza di pietà della politica per i drammi dell’immigrazione. Gli eventi degli ultimi giorni e delle ultime ore hanno abbondantemente confermato. La Lega continua a cavalcare alla grande le paure. Dai piccoli satrapi di Roncobello, a via Bellerio, al cuore di Roma ladrona, il partito di Salvini usa le tragedie degli immigrati per i propri scopi e si ostina nel non proporre altro se non soluzioni di forza che rispondono esse pure alla grande alle paure dei cittadini. Queste soluzioni, però, sono una risposta alle paure degli italiani, non a quelle degli immigrati. I quali, ovviamente, non sanno neppure che cosa è la Lega e non sanno chi è Salvini e tanto meno sanno chi sono i satrapi di Roncobello.

La concentrazione sulle paure e sulle denunce fa distogliere gli sguardi e gli interessi dalle iniziative della politica, soprattutto quella europea. A Salvini, infatti, non interessa nulla di quello che può maturare dentro il consiglio straordinario dell’Unione europea. Perché non gli interessa una politica europea dell’immigrazione, che non sia semplicemente un “no”, ma un “sì” ragionato, con il distribuirsi dei costi e dei pesi, con il tentativo, soprattutto, di sottrarre il flusso degli immigrati alle razzie disumane dei trafficanti.

Anche perché Salvini può mettersi il cuore in pace: non è che sparando qualche cannonata contro i barconi questi cesseranno di attraversare il Mediterraneo. Il “no” dunque, più passa il tempo e meno servirà a risolvere il problema. È il “sì” ragionato che ci vuole. Ma il “sì” ragionato non interessa al segretario della Lega, perché, ancora una volta, tra il bene di tutti e il bene proprio, la Lega sceglie sempre quest’ultimo.