Cremisan: una cantina convento aiuta le opere dei Salesiani in Palestina

Cremisan Wine Estate 1885 mette insieme vino e solidarietà: un’accoppiata inedita. A presentare l’iniziativa, sabato 9 maggio, alle ore 18 alla Domus di Bergamo sono Seminario Permanente Luigi Veronelli e l’organizzazione non governativa VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo. Al centro una cantina-convento che da oltre un secolo produce e commercializza vino per finanziare le opere di assistenza promosse dai Salesiani di Don Bosco, proprietari dell’azienda, a beneficio della popolazione palestinese.

Cremisan sorge nei Territori Palestinesi Occupati, tra Gerusalemme e Betlemme. Nel corso della loro lunga storia convento e cantina hanno dovuto far fronte alle innumerevoli difficoltà imposte dall’occupazione israeliana, da ultimo la costruzione del Muro di separazione su terreni aziendali. Questa e altre criticità avevano, nel recente passato, compromesso la qualità dei vini prodotti e, di conseguenza, la capacità dell’azienda di contribuire al sostegno delle opere salesiane in Medio Oriente.

A partire dal 2008, però, un qualificato gruppo di professionisti del mondo del vino italiano – l’enologo Riccardo Cotarella, Stefano Cimicchi, la Fondazione Mach e Sante Bonomo delle Cantine della Valtenesi e della Lugana – ha supportato Cremisan con competenza e dedizione, attivando grazie al VIS un progetto di cooperazione internazionale con molteplici obiettivi: formare in ambito vitivinicolo due giovani palestinesi così come gli operai e i conferitori; studiare, salvaguardare e valorizzare il patrimonio dei vitigni autoctoni di Palestina; rinnovare i vigneti, le strutture e i macchinari della cantina e rilanciare la commercializzazione dei vini sul mercato internazionale.

Oggi il progetto si è positivamente concluso e gran parte degli obiettivi è stata raggiunta: grazie al lavoro dei due giovani tecnici locali formati in Italia, la qualità dei vini è molto migliorata e Cremisan può così garantire il suo fondamentale contributo alle scuole, ai centri di aggregazione giovanile e formazione professionale, agli oratori e al forno che i Salesiani gestiscono a Betlemme e a Nazareth a beneficio dei giovani palestinesi disagiati.

«Contro i fanatismi religiosi che interessano il Medioriente, Cremisan è un luogo di confronto e collaborazione – difficili, faticosi, logoranti, ma di valore inestimabile – tra arabi cristiani e musulmani, tra mondo arabo ed Europa, tra credenti e non credenti. Di aziende vitivinicole capaci di produrre ottimi vini ve ne sono migliaia in ogni angolo del mondo; le imprese che mettano al primo posto l’eticità del loro operato e la generazione di relazioni felici sono, invece, rare e preziose, soprattutto in Palestina» – ha anticipato Andrea Bonini, direttore del Seminario che interverrà alla presentazione del progetto insieme a Emma Colombatti, Consigliere VIS e Sante Bonono, delle Cantine della Lugana e della Valtenesi e Presidente dell’Ente Vini Bresciani.

L’evento rientra tra le attività previste dal Progetto “Quando il cibo è SAPERE”, cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, promosso dal VIS e che vede il Seminario Veronelli tra i suoi principali partner. Alla presentazione seguiranno dibattito e degustazione dei vini di Cremisan.

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