Ma chi sono i «Ragazzi cattivi»? Don Claudio Burgio alla libreria Incrocio Quarenghi

«Come ho fatto a finire qui?» si chiede Anas, sedici anni, marocchino, nella sua cella. Il suo compagno ha appena tentato il suicidio per la terza volta. Le guardie lo hanno portato via in barella. Anas ne ha paura. Teme che una notte si alzi e lo soffochi nel sonno. Anas viveva a Bergamo. Ha iniziato a spacciare droga per potersi procurare ciò che gli piaceva senza pesare sulla madre: «Ho iniziato a spacciare – racconta – perché ero un ragazzino viziato a cui interessavano soltanto i vestiti firmati. Volevo racimolare un po’ di soldi per non dover giustificare nessuna spesa al mio patrigno, vivere al di sopra delle mie possibilità. Ma quello che era iniziato come un modo per guadagnare qualche piccolo extra era finito ben presto per essere un vero e proprio lavoro, un’ossessione totalizzante». Una spirale da cui non è più riuscito ad uscire: si è ritrovato dietro le sbarre.
«Ragazzi cattivi» di don Claudio Burgio (Giunti) raccoglie sette storie di ragazzi che si sono appena affacciati alla vita ma hanno già conosciuto la paura, la violenza, la solitudine.  Ma dopo la prigione, grazie all’Associazione Kayròs stanno cambiando vita. Don Claudio presenta il libro a Bergamo alla Libreria Incrocio Quarenghi domenica 17 alle 16,30 Le storie raccontano di realtà drammatiche, di degrado sociale, di disagio giovanile, ma anche di coraggio, di voglia di vivere e di cambiare, di fierezza e speranza in un futuro di serenità e soddisfazioni. Ognuno dei ragazzi si svela e si racconta, aiutando a capire che nessuno di loro è “cattivo” per natura, ma che tutti, se seguiti con cura e amore, possono trovare la propria strada e un posto nella società. Dal carcere minorile alla speranza nel futuro. Storie vere di coraggio e rinascita. Don Claudio è fondatore e presidente dell’Associazione Kayròs che dal 2000  gestisce comunità di accoglienza per minori e servizi educativi  per adolescenti, ed è cappellano dell’istituto penale minorile Cesare Beccaria di Milano.
L’incontro, promosso da Associazione Carcere e Territorio, ARCI Bergamo, Amici di Mirko Signorelli, è dedicato a Mirko Signorelli. Parlano di lui Valentina Lanfranchi, presidente del comitato “Carcere e territorio”, gli amici e tutti quelli che lo hanno conosciuto e apprezzato anche per l’intensa attività a favore dei carcerati: «Mirko ha fatto proprie per tutta la sua vita le storie degli altri. Ha sempre voluto, a costo di grandi sacrifici, stare vicino a chi era stato meno fortunato di lui. Il mondo del carcere, soprattutto, è stato per Mirko motivo di impegno assiduo, di aiuto a chi viveva nell’ emarginazione, di condivisione delle altrui sofferenze. Mirko Signorelli aveva capito che oltre si può: per chi era recluso la sua concreta solidarietà ha aperto le porte alla speranza, alla possibilità di essere accolto dalla società, ha significato una nuova identità, nuovi rapporti affettivi, reperimento di una casa e di un lavoro, relazioni umane, riscatto» (Dalla “nota per la benemerenza” riconosciuta dal Comune di Bergamo a Mirko Signorelli il 19 dicembre 2014).