Bergamo Festival, la pace dopo una tragedia personale. La testimonianza di Agnese Moro

Bergamo Festival: gli incontri di domani raccontano due volti molto diversi tra loro della pace. C’è Agnese Moro e la pace ricostruita dopo aver attraversato una tragedia personale. E poi Carlo Ossola che parla di pace sociale e dignità dell’uomo.
Quello di Agnese Moro, figlia dello statista democristiano rapito e assassinato dalle brigate rosse nel 1978, è un ritorno: in questo nuovo incontro a Bergamo a lei dedicato martedì 19 maggio alle 18 (Centro Congressi) parlerà della difficile elaborazione del dramma e di come, attraverso la tragedia, si possa conservare l’umanità. L’intervista sarà condotta da don Fabrizio Rigamonti, direttore dell’Ufficio diocesano Beni Culturali. «Conosco il male – ha affermato Agnese Moro – perché anch’io so fare il male e l’ho fatto. E ho imparato che non si ferma da sé, se non c’è una decisione. Anche se dire basta non è sufficiente, bisogna essere in due a volerlo. Il male si ferma quando si ricuce un tessuto di umanità che è stato ferito». Questo atteggiamento consente di non essere ulteriormente prigionieri della violenza e del rancore e permette di aprire spazi per conservare la propria umanità. Tutto questo vale per ogni singola persona toccata dalla tragedia, ma anche per un’intera società civile alle prese con i fantasmi del proprio passato.
La tradizione culturale dell’umanesimo europeo contiene già molti degli elementi che spiegano il presente e sono decisivi per pensare il futuro. Bergamo Festival affronterà questo tema con il grande studioso e critico letterario Carlo Ossola, martedì 19 maggio alle 20.45 al Centro Congressi Giovanni XXIII, nell’incontro “Il futuro dell’umanesimo”. A condurre le fila dell’intervista saranno Vittorio Bo, Presidente di Codice Edizioni e Direttore del Festival della Scienza di Genova e Gian Gabriela Vertova, Presidente Fondazione Serughetti La Porta.
Nel suo ultimo libro, Erasmo nel notturno d’Europa, Ossola racconta le relazioni profonde fra Erasmo, Lutero e Macchiavelli e spiega con esemplare lucidità come le matrici di fondo della società contemporanea siano il frutto di una eredità umanistica che aveva al suo centro l’idea della dignità dell’uomo. Questa idea si è tradotta in un alto ideale di convivenza civile che può essere decisivo, anche per i più giovani, per pensare e poter immaginare il futuro.
Per la ‘generazione Erasmus’, per i figli del XXI secolo che attraversano le strade e la storia d’Europa, un esempio insolito e d’eccezione può venire da Erasmo da Rotterdam, non solo maestro inarrivabile di sapere e di erudizione, ma anche grande umanista che fece della sapienza e della pace, della dignità dell’uomo e della libertà, l’emblema della propria vita.
In entrambi i casi l’ingresso è gratuito previa iscrizione on line sul sito: www.bergamofestival.it.