Papa Francesco e Abu Mazen. L’informazione a grana grossa

Foto: Papa Francesco e Abu Mazen, in piazza san Pietro, il 17 maggio

“Papa Francesco ha ricevuto stamattina in Vaticano il Presidente della Autorità Nazionale Palestinese (Anp), Abu Mazen, in un incontro, in occasione della canonizzazione di due donne che hanno dedicato la loro vita alla Palestina: Maria di Gesù Crocifisso Baouardy e Maria Alfonsina Danil Ghattas. I due capi di stato hanno parlato privatamente, per 20 minuti, con l’aiuto di un interprete. Il Papa ha parlato in italiano e il presidente palestinese in arabo.
Conclusa l’udienza privata, ha fatto il suo ingresso una delegazione di poco più di dieci persone… Durante lo scambio di doni che il Papa ha consegnato ad Abu Mazen, una medaglia dell’angelo della pace e ha detto: “Perché l’angelo della pace distrugge lo spirito malvagio della guerra”. Ha poi aggiunto: “Ho pensato alla sua persona, perché diventi un angelo della pace». Il Santo Padre ha dato ad Abu Mazen anche una copia dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium in inglese”.Così l’agenzia cattolica ZENIT dalla Città del Vaticano, il 16 Maggio 2015 (ZENIT.org)

LA NOTIZIA DISTORTA

Segnalo questa notizia perché nei media essa appare in forma (intenzionalmente?) distorta e fuorviante. (Si veda nientemeno che l’ANSA dello stesso 16 maggio: Il Papa incontra Abu Mazen: sei un angelo di pace, e si può immaginare che dal fontanone dell’ANSA scenderà incontenibile finlo alle testate più periferiche).
Se il Papa avesse definito Abu Mazen “angelo di pace”, c’è da dire che Netanyahu e lo stato d’Israele avrebbero qualche giustificato motivo per le loro immediate reazioni la cui eco si è già diffusa universalmente. Insieme con loro anche qui da noi diverse formazioni politiche hanno già fatro sentire il loro dissenso.

QUELLO CHE HA DETTO IL PAPA E QUELLO CHE HANNO PENSATO I GIORNALISTI

Ma, a parte la pericolosità politica di una tale affermazione, che imporrebbe cautela a qualsiasi persona ponderata, se ci rifacciamo alla logica, vediamo che l’affermazione attribuita al Papa è fuori dal suo tipico modo di ragionare. Quando gli han chiesto il suo giudizio sui gay, ricordiamo tutti che ha risposto con una domanda: “Chi sono io per giudicare i gay?”. Qui girando l’obbiettivo di 180°, alla domanda se Abu Mazen si possa definire un angelo di pace, il Papa potrebbe rispondere: “Chi sono io per dare questo genere di patenti?!
Ma la verità pura e semplice è che invece le cose sono andate diversamente. Al Presidente Palestinese, al momento dei regali, il Papa regalato la medaglia dell’angelo della pace “perché l’angelo della pace distrugge lo spirito malvagio della guerra”. E nel consegnargliela ha aggiunto: “Ho pensato alla sua persona, perché diventi un angelo di pace”.
C’è una bella differenza tra il dire “Sei un angelo di pace” e il dire “Ti incoraggio a diventare un angelo di pace”.

IL PAPA HA PARLATO DA PAPA

Tranquillo perciò Netanyahu con tutto lo Stato di’Israele e i tanti suoi amici. Tranquilli anche i politici e gli intellettuali di casa nostra che non perdono occasione per agitarsi pro o contro Israele
Il Papa ancora una volta ha parlato da Papa e sicuramente l’augurio che egli fatto ad Abu Mazen, quando pensa alle persone che hanno responsabilità di pace, lo estende a tutti.
E i media faciloni (ce ne sono, come si vede) sarà bene che facciano una bella cura contro la superficialità. Il rispetto delle persone e l’onestà intellettuale lo richiedono a quelli che vogliono diventare angeli di pace”.