Cinque giovani con il coraggio di diventare preti: una scelta controcorrente

Il momento delle ordinazioni sacerdotali sarà quest’anno una grande festa, ma anche un’occasione per pensare al futuro della Chiesa di Bergamo. Per riflettere su come nascono le vocazioni e su quale può essere in questo cammino il ruolo delle comunità e in generale di ogni cristiano. L’appuntamento è fissato per il 30 maggio alle 17 in Cattedrale. A presiedere il rito solenne sarà il vescovo Francesco Beschi, che ordinerà sacerdoti cinque diaconi: don Fabio Fugini di Gazzaniga, don Marco Giganti di Rova di Endine Gaiano, don Alessandro Previtali di Suisio, don Mauro Riva di Spirano e don Stefano Siquilberti di Nembro. Un loro compagno del sesto anno di teologia, don Leonardo Edili, sardo, che ha completato gli studi a Bergamo, sarà invece ordinato dal vescovo di Alghero-Bosa Mauro Maria Morfino nella diocesi di provenienza.
Nel dossier vi raccontiamo le storie di questi preti novelli. Le loro sono quasi tutte vocazioni adulte, maturate pian piano, senza essere «fulminati sulla via di Damasco» anche se in qualche caso il sogno di diventare sacerdote era presente fin dall’infanzia. Un sogno poi sopito o messo da parte per molti anni in cui questi giovani hanno seguito percorsi comuni di studio, si sono innamorati, hanno avuto esperienze di lavoro. Scelte mature e bagagli di esperienza preziosi per chi è pronto a diventare – come dicono loro stessi -, «padre e pastore» negli oratori e nelle parrocchie. C’è un altro tratto interessante che emerge dai loro racconti e da quelli degli amici: si sente forte il peso delle comunità che li hanno accompagnati, sostenuti, accolti negli anni. Si sentono gli esempi e i modelli che li hanno “ispirati” e che hanno insinuato in loro il desiderio di ascoltare il cuore, di fare spazio e silenzio dentro di sé per trovare la strada, di seguire con impegno e con coraggio un percorso difficile, oggi più che mai «controcorrente». Il mestiere del sacerdote è complicato, «non si tratta – sottolinea il vescovo Francesco nella lettera scritta in occasione dell’ordinazione – come qualcuno una volta pensava, di imparare a dire la Messa, ma di riconoscere la chiamata del Signore e assimilarla a tal punto da farla diventare il principio che trasforma tutta la vita».
La presenza di questi giovani preti, come scrive ancora il vescovo Francesco, è un grande dono «per la Chiesa e per l’umanità» e un’occasione da non disperdere: e infatti l’hanno colta con intelligenza, affetto e passione tutte le parrocchie di provenienza. Particolarmente interessante l’esperienza dell’oratorio di Nembro: ha reso molto «social» il cammino di don Stefano Siquilberti, partendo dalla condivisione dei post su Facebook e dai video su Youtube. Non è stata solo una campagna «virtuale», ma un cammino condiviso (e reso visibile e condivisibile da tutti) che ha raccolto anche i molti stimoli offerti dall’anno della vita consacrata, e che culminerà con uno spettacolo e una festa che raccoglie tutta la parrocchia: in tutto questo è facile vedere un attento e sensibile lavoro di semina: anche questa è una scelta difficile, coraggiosa e controcorrente.