Aprire gli orizzonti: i ragazzi di San Fermo a Lampedusa, Palermo e in Bosnia

Con i piccoli nel cuore. La comunità di San Fermo, a Bergamo, vive così. Bambini e ragazzi sono accolti con una cura particolare, con modi e linguaggi studiati per loro, ma con lo stesso stile di partecipazione e impegno che vivono gli adulti. “Si ritrovano il sabato pomeriggio per il catechismo – racconta don Omar Valsecchi – e poi c’è la Messa, alla quale partecipano attivamente, occupandosi anche di animarne alcune parti.

“La Messa – sottolinea Maria Signori – diventa un momento speciale anche per i genitori, che ascoltano i figli in una situazione diversa dal solito”.

La catechesi è condotta non in modo esclusivamente dottrinale ma con una particolare attenzione alla formazione umana dei ragazzi, tenendo conto dell’età e della loro esperienza, “e con l’attenzione – spiega don Biagio Ferrari – a mostrare la fede in positivo”. In un percorso come questo si collocano bene anche esperienze concrete, sul territorio e a volte più lontano, per aprire gli orizzonti.
L’anno scorso per esempio gli adolescenti sono stati a Lampedusa: “Hanno incontrato enti e persone sul territorio – spiega don Omar – In quel periodo il centro era chiuso ma comunque si percepiva tutto il movimento di energie e di persone che si è creato intorno all’accoglienza dei migranti. E’ stata un’occasione per rendersi conto che la realtà presentata dai media non sempre corrisponde a quella veramente vissuta dalle persone. Credo sia importante essere dove le cose avvengono, poter capire, guardare da vicino. Sono tornati con la capacità di guardare la realtà dell’immigrazione con occhi diversi”.

Quest’anno andranno in Bosnia a scoprire, un po’ come ha fatto Papa Francesco nella sua visita recente a Sarajevo, a che punto è il processo di pacificazione e come si realizza nella vita di tutti i giorni la convivenza tra etnie, culture, tradizioni diverse. Ora stanno seguendo un percorso di preparazione.

I ragazzi delle medie, invece, l’anno scorso hanno seguito un percorso di catechesi che è partito dalla necessità di impegnarsi per fare la scelta giusta. E si sono ritrovati in viaggio per Palermo, sulle tracce di don Puglisi.

Anche i più piccoli partecipano a uscite sul territorio per conoscere per esempio la mensa della Caritas, la comunità don Milani di Sorisole, insomma volti della città che non sono abituati a vedere. Così si coltiva fin da piccoli l’attenzione alla povertà e alle situazioni di emarginazione che sono parte della vocazione e della missione di questa “chiesa-soglia”.

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