Papa Francesco e il crocifisso di Morales. Il Direttore di “Libero” più cattolico del Papa

Foto: Evo Morales consegna il crocifisso a Papa Francesco

Tra i tanti eventi che hanno segnato il viaggio di Papa Francesco in Bolivia, uno dei più commentati è stato il regalo che il presidente boliviano Evo Morales ha fatto a Papa Francesco: un Crocifisso a forma di falce e martello. Alcuni commentatori di casa nostra si sono mostrati scandalizzati. Il sito di Libero, giornale di stretta osservanza berlusconiana, ha parlato di “regalo blasfemo”, di crocifisso in stile-soviet e ha promosso un sondaggio fra i suoi lettori ai quali ha chiesto se il Papa avrebbe dovuto rifiutare il regalo. Il 64 per cento ha risposto di sì: il Papa avrebbe dovuto rifiutare.

IL DIRETTORE DI LIBERO È PIÙ CATTOLICO DEL PAPA

Dunque, Maurizio Belpietro, il direttore di Libero, è più cattolico di Papa Francesco? E soprattutto: da cosa è dettata questa critica così appassionata? Da notare: non si parla di regalo inopportuno, di inopportuna accettazione di un regalo, ma di regalo “blasfemo”: dunque Morales perché ha fatto il regalo e il Papa perché lo ha accettato hanno commesso un’azione blasfema, gravemente offensiva della fede cristiana.

Naturalmente “Libero” non si è neanche lontanamente preoccupato di riferire la spiegazione che Morales ha fornito al Papa: si tratta della riproduzione di un crocifisso realizzato dal sacerdote gesuita Luis Espinal, difensore di operai e minatori, assassinato in Bolivia nel 1980 dai paramilitari del regime di Luis Garcia Meza.

L’UOMO DEL GOLGOTA CONTINUA A ESSERE CROCIFISSO

Si può discutere, naturalmente, sulla opportunità di quel regalo, ma si deve comunque prendere atto delle buone intenzioni che lo hanno ispirato. Che Morales abbia voluto annettere il Crocifisso (con la “C” maiuscola: l’Uomo della Croce) alla sua ideologia politica è evidente. Ma anche chi fa la crociata contro il gesto “blasfemo”, usa, a modo suo il crocifisso per affermare un’ideologia alternativa a quella di Morales. Si potrebbe riassumere il tutto dicendo che il Crocifisso continua a essere crocifisso. Niente di nuovo sotto il sole.

I MINATORI BOLIVIANI E I CAVALIERI SERVENTI DI ARCORE

Se proprio interessa ci si potrebbe abbandonare a un esercizio decadente. Per il Crocifisso (sempre con la “C” maiuscola) è meglio essere crocifisso dagli operai e minatori della Bolivia o dagli ossequienti giornalisti al servizio del re di Arcore? Ai lettori, oltre che ai posteri, l’ardua sentenza.