Your audience is your brand ambassador: ovvero il potere magico del passaparola

“Your audience is your brand ambassador”: “Il tuo pubblico è l’ambasciatore di ciò che fai, del tuo marchio”. E’ questo lo slogan che ha attraversato i 16 interventi del Social Media Marketing Day 2015, una giornata di riflessione sui temi legati a internet e social network a Milano, nell’auditorium del Sole 24 ore, un appuntamento molto atteso dai professionisti del settore.
Ma non un è stato un incontro solo “tecnico” perché la rete è un mondo fluido, che cambia continuamente, al centro di una rivoluzione culturale, sociale, economica di notevolissima portata: ecco perché non è mai inutile concedere spazio all’ascolto e alla riflessione critica su questi temi, per non essere solo “utenti passivi” o distratti. Si è parlato molto del contesto, della rivoluzione, dei contenuti al SmmDayit. A partire dallo slogan, che a ben vedere vuole dire una cosa molto semplice: più i contenuti che proponi sono convincenti, più sei onesto, portatore di valori condivisi più è probabile che le persone ti seguano, ti ascoltino e parlino bene di te. Ma al centro ci sono, più che mai, le persone, i loro bisogni, le loro aspettative, i loro sogni. I servizi, i messaggi, perfino la pubblicità stanno diventando sempre di più “personalizzati”.
La rete è anche un luogo da abitare. Ci passiamo un sacco di tempo. Secondo i dati dell’Osservatorio Mobile 2c Strategy presentata al Smmdayit da Marta Valsecchi in Italia ci sono circa 40 milioni di smartphone e 10 milioni di tablet. Gli utenti giornalieri di Internet da mobile hanno superato quelli che si collegano da pc e sfiorano i 18 milioni. Il tempo medio di navigazione da dispositivi mobili si aggira intorno a un’ora e 40 al giorno. Ci sono oltre tre milioni di app disponibili negli application store e otto milioni di oggetti intelligenti connessi su rete cellulare.
Tra i giovani (18-24 anni) il 60% dell’audience totale è solo mobile, e in generale spende l’81% del tempo trascorso su Internet navigando da dispositivi mobili. Questo spiega perché le app vengano utilizzate di più dei siti tradizionali, anche per accedere alle informazioni. Il 91% degli utenti internet usa i social network, lungo tutta la giornata ma in particolare la sera dopo cena. Che cosa fanno nei social? Leggono i post e i profili degli amici, ma soprattutto vanno a caccia di notizie: un dato confortante, vuol dire che non manca il desiderio di leggere e approfondire, anche se viene fatto in modo diverso rispetto al passato.
Tra gli utenti ci sono anche molti giovanissimi: “È significativo che il 44% dei bambini tra i 6 e i 10 anni utilizza internet, almeno così ci dice il garante per l’Infanzia. E il peggio è che da una nostra recente ricerca almeno il 15% rischia di cadere nella dipendenza. L’antidoto potrebbe essere una seria ‘media education’ fatta nelle scuole, ma di questo nella Buona Scuola non c’è traccia”. Lo afferma Luca Borgomeo, presidente dell’associazione di telespettatori cattolici Aiart. “L’invadenza di internet, dei social media è sotto gli occhi di tutti, anche se il web è oramai una giusta fonte di informazione e di conoscenza – continua Borgomeo in una nota diffusa oggi -. Dovrebbe essere però la scuola a dare gli strumenti ai giovani per leggere meglio queste informazioni”.
Come in ogni luogo che si abita, come in ogni comunità, occorrono delle regole. Un discorso difficile, in un luogo dove sembra che “si possa fare tutto”. A questo proposito è stato presentato di recente dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il progetto “iGloss@ 1.0, l’abc dei comportamenti devianti on line”, promosso dal Dipartimento per la giustizia minorile in collaborazione con l’Istituto di Formazione sardo e il patrocinio di Google Italia, Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia e Ordine degli assistenti sociali. La guida, disponibile on line in italiano e in inglese, è rivolta non solo agli operatori dei servizi sociali, sanitari e giudiziari ma anche ai giovani e ai loro genitori. È uno strumento di facile consultazione che permette di acquisire informazioni essenziali e accurate sulle condotte illecite on line. Uno degli obiettivi è “la tutela dei minori che più o meno consapevolmente possono configurarsi come ‘vittime’ o ‘autori di reato’”. Ogni termine del glossario presenta “una sintetica spiegazione delle principali caratteristiche della condotta e una breve nota sulle sue proprietà socio-giuridiche”. Alla fine di ogni descrizione ci sono dei link che rinviano alle voci interne allo stesso glossario che presentano “una similitudine con il termine illustrato”. Info: www.giustizia.it