Il ragazzo di Sant’Angelo in Vado sgozzato dagli amici. Inquietante ritorno di ferocia

Foto: la folla cerca di linciare gli assassini di Ismaele

I PARTICOLARI DELLA FEROCIA

Le notizie dell’assassinio di Ismaele Lulli impressionano sia per il fatto in sé, sia per i particolari. I due albanesi che lo hanno ucciso con “un solo colpo mortale al collo, talmente forte che il diciassettenne ‘è stato quasi decapitato’, ha detto il colonnello Antonio Sommese, dei carabinieri di Pesaro”.

Dunque i due non si sono fatti mancare niente, neppure questa virulenza fisica: con un solo colpo hanno quasi decapitato Ismaele.

Poi, dove avere gettato il corpo in un dirupo, i due, Igli Meta e Marjo Mema, “sono anche andati a fare il bagno al fiume”, quel bagno al quale avevano invitato la loro vittima. “In questo caso però – ha aggiunto Sommese – sarebbe servito per lavare via il sangue”.

IL VECCHIO MOTIVO DELLA GELOSIA

Vengono in mente tante considerazioni di fronte a notizie di questo genere. Intanto il motivo: il vecchio, stantio motivo della gelosia. In mezzo a tutta la libertà di comportamenti sessuali di cui la cultura corrente va fiera, si deve prendere atto, improvvisamente, che gli istinti più feroci, beluini, talvolta ricompaiono. Beluini perché portano ad ammazzare e beluini perché portano ad ammazzare a quel modo. Anzi, dire “beluini” è offensivo per gli animali. Perché gli animali dispongono spesso di comportamenti con i quali il maschio che vince viene riconosciuto e non ammazza il rivale in amore. Questo non ha funzionato con gli assassini di Ismaele. Quando l’uomo si mette a fare la belva lo fa molto meglio delle belve.

DECAPITATO CON QUELLI DELL’ISIS

Poi: l’hanno decapitato, come fanno quelli dell’Isis. È proprio da escludere una componente imitativa: i due hanno fatto esattamente  come gli “eroi” del califfato? Non è sicuro, ma non credo che sia neppure da escludere.  Se così fosse, una esibizione così truculenta di forza sarebbe in realtà segno di debolezza: non hanno altro che imitare gli estremisti islamici.

I TAGLIATORI DI TESTE SONO TRA NOI

Qualcuno forse ha pensato che si tratta di due albanesi: forse provengono da una cultura diversa. Forse. Molto forse. Perché, a riprova, ci sarebbero centinaia di casi dove italiani molto italiani non sono stati meno efferati. Sarebbe molto pericoloso consolarci con il dire che i cattivi sono “gli altri” e i buoni siamo noi. Vedi alla voce “capro espiatorio”, un’altra volta. No, non funziona. I tagliatori di teste sono ovunque e possono spuntare dove meno ce lo aspettiamo. Avete sentito le interviste dopo un delitto. “Era un tipo normale”, “aveva un bel carattere, era un tipo solare”. Poi, un bel giorno, il tipo normale e solare ha piantato il coltello nella pancia della moglie.