Nessuno ce l’ha con gli alpini

In questi giorni alcuni giornali, a causa della magra estiva di gossip, hanno sollevato il polverone di una polemica inesistente tra la Chiesa italiana e il corpo degli Alpini. Niente di più inverosimile. Tra la Chiesa (in particolare le parrocchie) e gli Alpini, almeno dalle nostre parti (Piemonte, Lombardia e Veneto), c’è un rapporto solidissimo di stima senza riserve e di collaborazione operosa.

La questione della preghiera che gli Alpini recitano ogni volta che sono al centro di una celebrazione che li riguarda non è nuova e stupisce che qualcuno nome abbia fatto un “caso nazionale”.

Personalmente, da quando son diventato parroco,  a chi chiedeva di salire all’ambone per recitare delle preghiere o per fare degli interventi, al fine di evitare inconvenienti spiacevoli, domandavo sempre che mi facessero prima vedere il testo di quello che andavano a dire.

La prima volta che vidi la preghiera dell’Alpino, mi parve che ci fosse qualche cosa che strideva, Era in particolare una frase verso la fine in cui si chiedeva al Signore: “Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera,la nostra millenaria civiltà cristiana“.

Erano parole che mi facevano venire in mente le critiche di chi rimproverava alla Chiesa di aver benedetto le armi. Lo feci presente agli Alpini della parrocchia, che, secondo lo spirito del loro Corpo, erano diventati subito amici e collaboratori. Furono loro che mi dissero che, in effetti, anche altri avevano fatto al Corpo un’analoga osservazione, che aveva trovato accoglienza presso le alte sfere, e queste avevano provveduto a cambiare la preghiera. Essi però non ne avevano il testo, per cui andavano avanti ancora alla vecchia. Nessun problema: procurai loro il nuovo testo e da allora quello fu sempre il testo utilizzato da noi.

Ho visto dai giornali che il problema che è all’origine del polverone estivo è esattamente lo stesso. Può darsi che qualche cosa non abbia funzionato nell’intesa tra il parroco e gli alpini. Si spieghino, si scusino se ci sono state mancanze, ma tranquillizziamo Salvini e tutti quelli che come lui si sono mossi, stretti a coorte, in difesa delle Penne nere: nessuno ce l’ha con gli alpini.

Riporto i due testi della preghiera, in modo che ognuno possa constatare che quel parroco, o quel vescovo, non è impazzito di colpo.

PREGHIERA DELL’ALPINO (versione storica)

Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi
ove la provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade,
noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto,
eleviamo l’animo a Te, o Signore, che proteggi
le nostre mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani,
e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.
Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi,
salva noi, armati come siamo di fede e di amore.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall’impeto della valanga,
fa’ che il nostro piede posi sicuro sulle creste vertiginose,
su le diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi,
rendi forti le nostre armi contro chiunque
minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera,la nostra millenaria civiltà cristiana.

E Tu, Madre di Dio, candida più della neve,
Tu che hai conosciuto e raccolto
ogni sofferenza e ogni sacrificio di tutti gli Alpini caduti,
tu che conosci e raccogli ogni anelito
e ogni speranza di tutti gli Alpini vivi ed in armi.
Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni e ai nostri Gruppi. Così sia

PREGHIERA DELL’ALPINO (nuova versione) *

Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi
ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade,
noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto,
eleviamo l’animo a Te o Signore, che proteggi
le nostre mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani,
e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.
Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi,
salva noi, armati come siamo di fede e di amore.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall’impeto della valanga;
fa’ che il nostro piede posi sicuro su le creste vertiginose,
su le diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi:
rendici forti a difesa della nostra Patria, della nostra Bandiera
(e della nostra millenaria civiltà cristiana) **

E Tu, Madre di Dio, candida più della neve,
Tu che hai conosciuto e raccolto
ogni sofferenza e ogni sacrificio di tutti gli Alpini caduti,
Tu che conosci e raccogli ogni anelito
e ogni speranza di tutti gli Alpini vivi ed in armi,
Tu benedici e proteggi i nostri Battaglioni, le nostre Compagnie
(e i nostri Gruppi). **

 

* (Nota storica) Nei reparti alpini il testo utilizzato è quello modificato nel 1972 su proposta di  Mons. Pietro Parisio, cappellano militare capo del Servizio Assistenza Spirituale del 4° Corpo d’Armata Alpino, con l’approvazione del suo generale comandante Franco Andreis. Mons. Parisio chiese ed ottenne dall’ Arcivescovo Ordinario Militare, Mons. Schierano, di introdurvi alcune modifiche per corrispondere alla nuova sensibilità dei giovani Alpini alle armi, sicuramente diversi, per esperienza e modo di sentire, dai commilitoni che avevano partecipato alle sanguinose guerre mondiali. Mons. Mario Pedrazzini, capo del Servizio di Assistenza Spirituale del 4° Corpo d’Armata, subentrato all’incarico a Mons. Parisio, commentando la nuova formulazione sotto il profilo filosofico, si esprimeva in maniera positiva. Il testo veniva definitivamente approvato il 15 dicembre 1985.

** Le frasi tra parentesi non fan parte della nuova versione della preghiera, ma personalmente permettevo ai “miei” Alpini di metterle se lo desideravano.