“Volete andarvene anche voi?”. La necessità di una scelta e l’identità cristiana

Foto: la sinagoga di Cafarnao, il luogo del “discorso eucaristico” del capitolo sesto di Giovanni

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?» (Vedi Vangelo di Giovann 6, 60-68. Per leggere i testi liturgici di domenica 23 agosto, ventunesima del Tempo Ordinario, clicca qui)

Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna. Pietro risponde così alla domanda sconsolata di Gesù: Volete andarvene anche voi? È la drammatica conclusione del capitolo sesto di Giovanni.

LA CRISI

Gesù, dunque, ha tenuto il suo discorso sulla fede e sul pane della vita. Tra i suoi ascoltatori ci sono molti che lo seguono da tempo: i discepoli. Anche tra costoro scoppia la crisi, e non solo tra gli altri, “i giudei” – così li chiama Giovanni – che hanno più volte “mormorato” di fronte alle parole di Gesù. Anche i discepoli, dunque, hanno ascoltato Gesù ma anche loro come i giudei sono chiusi nella loro logica, profondamente diversa da quella di Gesù, e non riescono a capire come Gesù possa essere il “pane della vita”, la “carne per la vita del mondo”.
Di fronte a loro sta Gesù che, come avviene spesso nel vangelo di Giovanni, appare nella inarrivabile dignità di uno che possiede una conoscenza superiore: lui sa tutto dei suoi; egli sa che i suoi si scandalizzano, che, cioè trovano in lui qualche cosa che diventa pietra di inciampo, ostacolo.
I discepoli si scandalizzano, dunque. Ma presto Gesù salirà là dove era prima, cioè presso il Padre. E così lo scandalo sarà tolto, perché la Risurrezione darà la “risposta” definitiva. Allora le parole di Gesù appariranno spirito e vita e non soltanto qualcosa di “carnale”, chiuso nelle pure, fragili forze dell’uomo.

Non solo Gesù sa che i suoi si scandalizzano, ma sa anche che tra i suoi qualcuno non crede e uno dei suoi amici più stretti lo tradirà. Sono gli uomini di carne, che non si lasciano penetrare da Dio e dalla sua iniziativa misericordiosa.

Alla fine del discorso, dunque, molti, scandalizzati dalle parole di Gesù, lo lasciano. È questa la fine della cosiddetta “fase galilaica” del ministero di Gesù. Fino ad allora molta gente lo aveva seguito ed egli aveva conosciuto un grande successo. La moltiplicazione dei pani e la crisi che ne segue crea la spaccatura. Molti se ne vanno, appunto, e solo alcuni restano. Da quel momento, Gesù segue il gruppo ristretto dei discepoli che gli sono rimasti fedeli. La situazione resterà così fino alla sua morte.

PIETRO RESTA CON GESU’

Perché Pietro e gli altri pochi che rimangono non se ne sono andati? Pietro ha capito che Gesù ha “parole di vita eterna”. Gesù che gli ha rivelato che cosa è la vita e per che cosa vale la pena vivere. Se Pietro se ne va, perde tutto questo, non possiede più la chiave del vivere. Per questo non può andar via. Forse non ha capito tutto il discorso, ma ha capito qualcosa che sta ancora più alla radice: ha capito, appunto, che senza Gesù vivere non è più vivere per lui.

SI DEVE SCEGLIERE

Qualcuno sta con Gesù e qualcuno lo lascia. Non è la stessa cosa. Esiste, alla fine, una “differenza cristiana” che non si può cancellare.  È il tema posto dalla prima lettura: bisogna decidersi per il Signore, chiede Giosuè agli ebrei. Ma è molto significativo che, per noi, la richiesta di una presa di posizione avvenga a conclusione del grande discorso eucaristico. L’eucaristia, cuore della fede, diventa l’occasione per dichiarare la propria identità cristiana. Non siamo i migliori, né i più intelligenti, né i più ricchi… siamo soltanto coloro che si affidano al Signore, perché sanno che lui solo ha parole di vita eterna. Questa è la nostra identità di cristiani, questa soltanto. E di questa soprattutto c’è bisogno oggi.
Talvolta qualcuno si sente migliore degli “altri” perché va in chiesa. Oppure qualcuno che non va in chiesa si vanta, polemicamente, di essere migliore di quelli che in chiesa ci vanno. Non è questo che salva, non siamo noi e non sono le nostre prestazioni che salvano. Volete andarvene anche voi?, chiede Gesù. Molti, anche oggi, se vanno. Noi non ce ne andiamo, non perché siamo i più buoni ma perché crediamo che il Signore è buono con noi e continua a donarci, nel suo inspiegabile amore per noi, le parole di vita eterna e il pane che discende dal cielo.