Custodire il mondo è compito di tutti. Parlare dell’ambiente vuol dire parlare dell’uomo di oggi

Custodire il mondo: è un compito di tutti, è una delle grandi emergenze del nostro tempo. Parte anche da qui l’idea di Papa Francesco di indire la “Giornata per la custodia del creato” che si celebra anche nella nostra diocesi il primo settembre.

“Siamo ancora all’inizio – spiega don Chicco Re, direttore dell’ufficio per la pastorale sociale e del lavoro – ma l’idea di fondo è importante: il Papa indice la giornata mondiale della custodia del creato con un forte coinvolgimento delle altre fedi e un appello alla partecipazione più laica, e ribadisce con energia che questo è un tema che appartiene a tutti e non solo della Chiesa cattolica”.

Il senso di questa giornata si può leggere già nel tema: “Un umano rinnovato per abitare la terra”. “C’è nel messaggio – continua don Chicco – un forte riferimento all’enciclica del Papa Laudato si che a livello contenutistico, pur nella semplicità di alcuni passaggi ribadisce qual è il centro della questione: non l’ambiente ma la relazione. Ci dice insomma che parlare dell’ambiente vuol dire parlare dell’uomo, della società di oggi e anche delle dinamiche più concrete che ognuno di noi ogni giorno sperimenta”.

L’attenzione all’ambiente, oggi, è “un’urgenza irreversibile”. Per questo, sottolinea don Chicco: “E’ necessario costruire un nuovo stile di relazione tra uomo e ambiente, nella logica di sentirsi reciprocamente custodi”.

E’, insomma, un movimento a due sensi: “La terra custodisce l’uomo offrendogli la vita – continua don Chicco – e l’uomo custodisce la terra come co-creatore, siamo tutti nella diversità parte di un’unica dimensione creaturale, una specie di fraternità ecologica. La dimensione tra la terra e l’uomo va pensata e ripensata nella lettura della relazione tra uomo e uomo”. Si possono leggere in parallelo le dinamiche che regolano il rapporto tra le persone “Pensiamo al problema dei rifiuti, che traslato sugli uomini riprende la questione degli scarti umani, degli esclusi, dei poveri, delle eccedenze umane, che non sono di nessuno. Questo è il grande passaggio. L’enciclica si permette degli affondi, per esempio sul tema dell’acqua. In realtà è come se prendesse come esempio degli scorci di esperienza, a partire da alcuni aspetti reali, per far vedere il tipo di approccio verso alcuni problemi importanti. C’è dentro questa giornata anche un richiamo a Firenze 2015, che si concentrerà sul nuovo umanesimo”.

Quello della “custodia del creato” è un tema tutt’altro che astratto: “Può essere declinato – afferma don Chicco – in modo molto concreto nella vita delle comunità anche in appuntamenti abituali come l’organizzazione delle feste, che in questi giorni si moltiplicano: si può riflettere per esempio su quanto e quale cibo comprare, come retribuire il lavoro, a che cosa destinare il ricavato, come smistare i rifiuti, come riciclare il più possibile e tenere basso l’impatto ambientale (per esempio evitando di usare i piatti di plastica)”.