Il corpo del piccolo Aylan sulla spiaggia di Bodrum, le nostre lacrime e le braccia di un’umanità pietosa

Il commento di don Gianni Gualini, parroco di Lurano, alla vicenda del piccolo Aylan, tre anni, trovato morto sulla spiaggia di Bodrum: nello stesso naufragio sono annegati anche la madre e il fratellino di 5 anni. Le sue foto hanno fatto il giro del mondo e hanno commosso l’opinione pubblica.

Il Corriere della Sera di giovedì 3 settembre e numerosi altri quotidiani nazionali hanno pubblicato in prima pagina questa fotografia: un poliziotto raccoglie il corpo di un bambino sulla spiaggia di Bodrum in Turchia.

Il bimbo, di due o tre anni, faceva parte di una comitiva di 34 Siriani in fuga disperata verso la Grecia. Altri 11 sono morti con e come lui. Ma lui era un bambino! Appena mi è balzata sotto gli occhi non ho resistito e ho pianto.

Quel corpo, abbandonato ad un “sonno profondo” e sorretto dalle mani pietose del poliziotto era troppo struggente: sembrava dormisse invece era morto.

Forse mi ha colpito perché pensavo fosse il corpo di un bambino che riposa tranquillo e sereno tra le braccia del suo papà ma la cruda realtà invece lo presentava come un corpo ormai sfinito dalla disperata lotta verso la salvezza ed ora abbandonato ad un atroce destino.

Oppure mi ha colpito perché è semplicemente il corpo fragile e vulnerabile di un bambino solo senza la sua mamma. O forse perché quel bambino non era più in continuo movimento come lo sono solitamente i suoi coetanei ma immobile e rigido.

Oppure perché quell’uomo addetto alla sicurezza, con le sue braccia solide ormai non poteva fare più niente per lui e in quel corpicino vedeva riflesso il suo fallimento per non essere riuscito a salvarlo.

La testa del bambino, parzialmente nascosta dal giubbotto del soccorritore era delicatamente riversa verso il cielo.

Gli occhi non si vedevano ma forse li aveva aperti per guardare stupito all’uomo che l’aveva raccolto e in qualche modo l’aveva cullato.

Sì, perché forse questo si aspettava il piccolo “Mosè”. Essere salvato dalle onde cattive e minacciose del mare per essere cullato dalle braccia accoglienti di un’umanità pietosa e di cui ci si deve e può ancora fidare.

bambinomorto