È in libreria da qualche tempo e forse qualche ragazzo che comincia ora a giocare a calcio, ma anche qualche campioncino destinato già a una promettente carriera, non farebbe male a leggerlo. È la storia di Francesco Acerbi, difensore talentuoso (un passato anche al Milan), fresco di convocazione nella Nazionale di Conte, che negli ultimi due anni ha lottato non solo e non tanto con gli avversari in campo, ma contro un nemico ben più subdolo che però non è riuscito ad avere ragione di lui: il cancro. Una vita sconvolta, un’esistenza segnata dal successo che viene bruscamente rimessa in discussione: ma qui comincia la vera risalita, che porterà a una consapevolezza nuova, non solo di cosa vuol dire essere atleti, ma anche del proprio modo di porsi, di vivere il rapporto con il prossimo.
“Tutto bene. La mia doppia vittoria sul tumore” è stato scritto dal calciatore assieme al giornalista Alberto Pucci e ripercorre questo calvario a lieto fine: “Non pensavo di scrivere un libro sulla mia malattia – spiega Acerbi – anzi, come altri giocatori avevo immaginato un mio libro soltanto a fine carriera per raccontare tutta la mia vita da calciatore. Devo ringraziare il mister Di Francesco, tutti i tifosi, i miei compagni di squadra che mi sono sempre stati vicini e che mi facevano sentire a mio agio quando tornavo al campo”. Perché le rinascite sono state due. La prima segue il trauma del luglio 2013, quando Acerbi scopre improvvisamente e in maniera del tutto casuale, di avere un tumore ai testicoli. Notizia che butta naturalmente a terra un ragazzo in ascesa come lui, nel pieno della sua crescita e maturazione calcistica. Ma il difensore del Sassuolo non si arrende: si sottopone a intervento chirurgico e a robusti cicli di chemioterapia: sono settimane in cui alla speranza si alternano l’angoscia e mille paure. Al termine dell’ultimo ciclo la malattia sembra debellata, Francesco può tornare a una vita regolare, ricominciare gli allenamenti, ma dopo sei mesi il tu more, sempre più subdolo, torna a ripresentarsi, gettando non solo il ragazzo, ma la sua famiglia e l’intero ambiente nello sconforto.
Una caduta si può combattere, una ricaduta ti lascia segni morali prima ancora che fisici, indicibili. Di problemi analoghi è morto l’ex mister del Barcellona Tito Vilanova. Acerbi però non la vuol dar vinta al male del secolo: torna a sottoporsi ad altri cicli di cure per debellarlo e, questa volta, il male arretra in maniera definitiva. Almeno si spera. “Il messaggio che vorrei far passare con questo libro – spiega il calciatore – è che devi fare di tutto per guarire. La forza si ha, e bisogna affrontare la malattia in maniera positiva anche nei momenti più duri. È questo che mi ha dato grande forza: è stata la voglia di guarire, è questo il segreto. Non bisogna mollare. Ho sempre pensato di poter guarire”. Per una volta c’è un libro di un calciatore che non parla (solo) di calcio, che racconta come si può riemergere dagli abissi con la sola forza di volontà: un insegnamento per tutti quei giovani che si abbattono dopo un 5 in pagella o un rigore sbagliato. La vita a volte riserva sorprese ben più amare, ma con volontà e tenacia è possibile risalire la china: basta volerlo.