L’apertura dell’anno accademico dalla parte degli studenti: dateci più responsabilità

È stata l’inaugurazione dell’anno accademico degli studenti. Gli studenti incuriositi dal cerimoniale, che sbirciavano il corteo accademico dalle finestre delle aule di Sant’Agostino; gli studenti che hanno chiesto più fiducia e responsabilità per voce della loro rappresentante; gli studenti risorsa per il futuro, come ha sottolineato il Rettore Stefano Paleari nel corso della sue relazione.
Alle finestre delle aule di Sant’Agostino sono stati in molti gli studenti che hanno sbirciato il corteo accademico, “spettacolo” inusuale per i ragazzi, visto che fino all’anno scorso l’inaugurazione veniva celebrata in ambienti diversi da quelli dell’Università. Il corteo, composto da più di quaranta rappresentanti di altrettante università italiane oltre due rettori di due tra le più importante università straniere, tutti in toga per raggiungere la nuova Aula Magna. Una sfilata di professori, ma anche di autorità e aziende del territorio, a dimostrare la centralità e l’interesse che l’ambiente universitario riscuote ogni giorno di più anche sul territorio Bergamasco.
 L’inaugurazione dell’anno accademico (e contestualmente della nuova Aula Magna – la Chiesa di Sant’Agostino recentemente ristrutturata) non è stato solo cerimoniale, ma anche l’occasione per ascoltare la voce delle varie componenti dell’Università: gli studenti, il personale tecnico e amministrativo e quella del Rettore, oltre che all’intervento dell’ospite d’onore, il Rettore dell’Alma Mater Studiorum di Bologna. Gli studenti, per voce della rappresentante della Consulta Studentesca Marta Rodeschini, hanno chiesto più fiducia e possibilità di partecipazione. “Quando parlano male di noi giovani, quando non ci affidano responsabilità in nome della nostra giovinezza e inesperienza, siamo feriti e ci arrabbiamo. – ha detto – Ma noi ne siamo all’altezza. Siamo in grado di aprire associazioni, di creare squadre, di organizzare festival, di fare volontariato. Sappiamo lavorare per pochi soldi il sabato sera per essere solo un po’ più indipendenti o per pagarci gli studi. Per questo pretendiamo la vostra fiducia. Perché vogliamo contribuire con le nostre forze e con il vostro sostegno alla crescita nostra, del nostro Ateneo e della nostra città.” I giovani, nonostante spesso vengano etichettati come scansafatiche che invece si danno da fare, anche in ambiente universitario. “Ascoltare i nostri compagni, spenderci per loro, entrare in dinamiche altre rispetto a quelle del comune studente. – ha continuato la Presidente della Consulta – Finire le riunioni la sera, quando l’università si svuota e non rimane più nessuno, piangere per i fallimenti, gioire per le conquiste, farci prendere dalla rabbia e dalla delusione per gli insuccessi, anche questa è la nostra università: confrontarci tra di noi, litigando e crescendo. Esprimere la nostra opinione e il nostro agire senza paura. Senza paura perché noi studenti universitari non abbiamo paura. Di investire, di costruire, di pensare a qualcosa di migliore, di nuovo, di diverso. Vogliamo sporcarci le mani e arricchirci di saperi, studiare non solo per noi ma anche per restituirlo a tutti.”