Treviglio, lo strano caso Pezzoni. Vorremmo poter parlare chiaro

Foto: il sindaco di Treviglio, Giuseppe Pezzoni

TUTTO È PERDUTO. ANCHE L’ONORE

“Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa”, questa la strategia difensiva di Beppe Pezzoni, sindaco di Treviglio nonché preside dei Salesiani senza laurea. L ‘esponente politico ha perfino postato sulla sua pagina Facebook – quella a cui era immediatamente ricorso per procedere alla più totale delle confessioni, una volta smascherato da un giornalista del Corriere Bergamo – il duro comunicato dei Salesiani stessi, che non lo giustificando affatto. Poi, in una lettera, ha chiesto pubblicamente scusa, con la promessa, in consiglio comunale, di “guardar negli occhi” i componenti della sua giunta. Eccetera, eccetera. Insomma, tutto è perduto fuorché l’onore? Neanche per sogno. Pure l’onore abbandonato al suo destino, con tanto di stretta di mano e ringraziamenti diffusi a colui che l’ha fregato, andando a cercare alla Cattolica il pezzo di carta autentico, che non c’era. Leggermente grottesco, no?

TUTTO È PERDUTO, FUORCHÉ LA POLTRONA

Tutto è perduto, invece, fuorché la poltrona, visto che il nostro “ultrapentito” l’ unico passo concreto richiestogli, cioè le dimissioni, si guarda bene dal compierlo. Affidandosi a una generica indulgenza plenaria, implorata battendosi il petto tre volte. Tipico di certi ambienti, che la Chiesa di oggi tenta finalmente di combattere. Vedremo se il primo cittadino di Treviglio cadrà ugualmente. Prima o poi si’, secondo i soliti riti imposti dalle trattative sotto banco, che impongono di guadagnare tempo. Intanto parapiglia sotto i portici del municipio, dopo la seduta pubblica di martedì. Di scannarsi finiranno pure, ma, al di là dell’evolversi della vicenda, alcune osservazioni sembrano pertinenti.

LA CULTURA DELL’ARRIVARE A OGNI COSTO

A) Il comportamento di Pezzoni – procurarsi un certificato falso, non avendo il titolo necessario – fa parte di una precisa cultura. Quella di “arrivare” ad ogni costo. Una cultura bislacca che vale in tutti i campi: comprare casa senza soldi, allinearsi agli status symbol (suv, week end, il cagnolino da passeggio), far carriera tirando coltellate. Sicche’ il buon Beppe, lanciato in politica non a caso dai suoi ex amici di Forza Italia (veri maestri con l’esclusiva, in tema di status symbol, meno di coltellate perché lame affilate balenano pure dall’altra parte), non poteva più tirarsi indietro.

LA CASTA DELLA POLITICA E DEI POLITICI

B) La casta della politica si conferma viva e vegeta, anzi in piena attività. Anche a Treviglio, in una delle mille cittadine di provincia del Bel Paese. Amici, ex amici, avversariucoli senza distinzione s’affollano sui social. Sarà perché si conoscono tutti. Questo il tenore dei messaggi: quanto mi dispiace, per me sei stato un ottimo insegnante, resisti. Insomma chissenefrega se non sei laureato. Fa niente se hai portato via il posto ad un altro. Se, attraverso un ruolo usurpato, hai accumulato potere, che t’è servito per rafforzarti in qualità di sindaco. Conta che, in consiglio comunale, sei uno di noi, un politico come noi.

OMERTÀ

C) Avversariucoli, s’e’ detto. Poi ci sono i nemici. Qui si ricade nel punto A, irrinunciabile “arrivare”. Pezzoni s’era appena riproposto sindaco. Una candidatura bis considerata molto forte, con l’appoggio della Lega Nord e di Fratelli d’Italia. Non di Forza Italia, il partito d’origine. Il giornalista del Corriere improvvisatosi investigatore, Riccardo Nisoli, spiega d’aver costruito lo scoop (reso vano dalla confessione su fb), essendosi insospettito in seguito a qualche risposta evasiva dell’interessato in un’inchiesta specifica del quotidiano. Senz’altro vero, ma in città molti testimoniano che qualcosa nell’aria già c’era. Forse addirittura da un paio d’anni. Se così fosse, non sarebbe fuori luogo chiamarla omertà. Comunque, lecito supporre che – a scadenza del mandato – un uccellino ad orologeria abbia cantato.

IL GIORNALISTA AMICO, GLI AVVERSARI POLITICI

D) Perché Nisoli ha rinunciato al suo scoop, mostrando al diretto interessato le prove raccolte prima di scriverle? Può darsi che il collega abbia giudicato più efficace testimoniare – attraverso l’intervista pubblicata (stilisticamente brillante) – lo smarrimento del sindaco, colto sul fatto pur non in flagranza di reato. Versione attendibile, a maggior ragione conoscendo il cronista. Tuttavia a Treviglio molti stanno col fucile puntato, impazienti di scoprire se il Corriere darà una mano a questo o a quello. Curiosità destinata a restar tale. Mica scemo, Nisoli. E chi sono, comunque, questo e quello? I delatori, insomma (ammesso che esistano)? O quelli di Forza Italia, in urto con Pezzoni, come suddetto. Ma anche quelli del Pd. Che – anche loro – vogliono vincere le elezioni.