Volontaria in biblioteca: tra gli scaffali i libri diventano incontri

Qualche mese fa, quando ho detto a un amico che avevo cominciato ad andare in biblioteca come volontaria, lui mi ha risposto: “Fai benissimo, per te è molto facile: passi da un posto pieno di libri (casa mia) ad un altro posto pieno di libri”. Ha proprio ragione: leggere mi è sempre piaciuto e anche la biblioteca, soprattutto per le ricerche scolastiche, mi è familiare da anni. Ma stare dall’altra parte, dietro il desk, è una sensazione diversa, e me ne ero già accorta quando, prima di laurearmi, lo avevo fatto per acquisire i crediti del mio tirocinio universitario. Ora ci vado due pomeriggi a settimana e ho imparato a riconoscere, prima di tutto, i giorni più frequentati: stravince il martedì, forse perché viene dopo il giorno di chiusura e c’è sempre qualche arretrato da smaltire – libri rientrati dal prestito e da cancellare dal sistema, altri da far partire per utenti di altri paesi. Il lavoro di un bibliotecario può sembrare ripetitivo – lo schema è più o meno: chiedere la tessera all’utente, assegnargli il libro o il dvd e arrivederci – ma in realtà, durante le tre ore di servizio, capitano mille richieste particolari: libri da prenotare grazie all’interprestito (grande invenzione!), altri che risultano non restituiti e magari sono solo nel posto sbagliato, ricerche su argomenti specifici di cui non ho mai sentito parlare – sapevate che esiste una facoltà che coniuga ingegneria e musica? Io no, finchè un ragazzo non mi ha chiesto un libro che serviva per un esame del genere – persone di tutte le età che si informano per gite, corsi e così via. Il bello è che, dopo un po’, alcune facce diventano familiari e qualche volta mi piace dare anche qualche consiglio, magari quando mi capitano in mano libri o film che ho già letto/visto o, al contrario, chiederne se il titolo è uno di quelli che mi attirano particolarmente.
Difficile fare statistiche su quali siano i generi più letti, dipende da molti fattori: sicuramente, però, vanno alla grande i libri per bambini (che bello vedere i piccoli che insieme a mamme e papà si portano a casa pile di Geronimo Stilton o simili!), quelli di “fai da te” – dalla cucina al cucito – quelli sul benessere (diete, tecniche di rilassamento e così via) e i classici thriller o romanzi rosa. I dvd, con mia grande sorpresa, sono molto ambiti (molti cartoon, ma anche i classici) e ogni tanto spunta anche qualche audiolibro.
La soddisfazione più grande, però, è sentirsi utile e constatare che gli utenti si ricordano di me (“c’eri anche l’altra volta, sei brava!”) anche se, in molti casi, devo per forza rivolgermi ai bibliotecari, che sono più esperti e più informati di me. Qualche volta, però, passo per un’esperta: mi è capitato di insegnare a una signora come si usa un tablet per mandare una mail e mi fa piacere vedere che la biblioteca sia evidentemente considerata, ancora, un vero servizio pubblico. Certo, capita di tornare a casa stanca, ma a meno di impegni improvvisi cerco sempre di esserci nei giorni concordati. Con un bonus: a furia di dare occhiate allo scaffale delle novità, qualcuna me la assegno – con regolare prestito, ovviamente! – così a casa, se ho ancora voglia, le pagine da leggere non mancano mai…