Un giubileo bestiale – 3/La festa dei gamberi

IL GAMBERO SI PRESENTA

Da come si sono presentate le bestie che mi hanno preceduto in questa rubrica dovrei dire che sono il gambero del Papa, ma non lo posso dire perché non lo sono. Sono solo un gambero di fiume. Se proprio preciserò che sono un gambero del Tevere, il biondo fiume della Città dei Cesari e dei Papi.

Come in ogni fiume, tra le due rive del Tevere arriva e passa di tutto. Dalla corrente del fiume a monte, dai vari affluenti, dalle diverse cloache, dagli inquinatori diretti, ma anche da chi solo viene a far quattro passi sulle rive, si forma un vero fiume di notizie e di informazioni. E noi, anche senza sbatterci troppo, veniamo a sapere di tutto e su tutto, dalla politica allo sport, alla cultura; dal gossip pettegolo al dibattito scientifico più serio, dal profano più piatto al sacro più elevato: di tutto.

Un fatto che ha colpito me e i miei colleghi durante il Giubileo del 2000 e di cui voglio parlare nell’imminenza di un nuovo Giubileo, è la cosiddetta Giornata dell’orgoglio omosessuale celebrata nel luglio 2000 non a caso a Roma e, sempre non a caso, in pieno Giubileo. Il tema fu strombazzato da tutti i media e fu dibattuto a tutti i livelli culturali come se fosse in gioco la civiltà occidentale.

I GAMBERI E I GAY

Perché questo interesse di noi gamberi per il gay pride? Subito detto. Noi gamberi, come gli omosessuali, abbiamo qualcosa che di fatto ci toglie dalla cosiddetta normalità: il fatto che noi ci muoviamo all’indietro mentre tutti gli altri animali, compreso l’uomo, vanno in avanti. Noi gamberi siamo consci della nostra singolarità nel regno animale, e capiamo i problemi psicologici dei gay. Siccome, però, nella nostra anormalità minoritaria ci comportiamo in modo diverso da loro, pensiamo che il nostro modo di pensare e di agire potrebbe avere qualche attinenza, pro o contro, con il loro.

Se dovessimo dire che siamo noi normali e tutti gli altri anormali, qualcuno ci porterebbe giustamente al manicomio. Se poi dovessimo fare la giornata dell’orgoglio del gambero saremmo patetici perché esibiremmo come prestigiosa la nostra singolarità che è puramente naturale. Ma allo stesso modo farebbero ridere tutti quelli che camminano in avanti, se dovessero sentirsi migliori di noi e, in polemica con noi, dovessero celebrare la loro normalità.

IL VERO PROBLEMA SECONDO IL GAMBERO

Il problema nascerebbe, se mai, quando un animale fatto per camminare in avanti, si mettesse a camminare all’indietro. Pensate che cosa succederebbe se, per esempio, un canguro si mettesse un giorno a fare i suoi saltelloni all’indietro. Mentre per noi gamberi l’andare all’indietro è la nostra normalità, per lui sarebbe una stranezza. Libero di farlo, naturalmente; ma non dovrebbe poi stupirsi o protestare se il suo comportamento suscitasse ilarità o perplessità.

Ammettiamo per un momento che in un paese dieci persone decidano un giorno di mettersi a camminare a ritroso. Chi glielo può impedire? Dal momento che la Costituzione proclama e difende le libertà individuali, nessuno. E se qualcuno ridesse di loro, o le giudicasse male, o peggio le perseguitasse, giustamente esse potrebbero invocare la Costituzione a loro difesa e protezione. Insistendo pacificamente nel loro modo di fare, io credo che queste persone potrebbero arrivare a ottenere l’indifferenza dei compaesani e perfino a farsi accettare con simpatia. Ma se poi un giorno decidessero di celebrare la “giornata dell’orgoglio di quelli che camminano all’indietro”, credo che folcloristicamente si potrebbero pure comprendere, ma credo anche che non potrebbero pretendere di essere prese sul serio come se fosse in gioco la civiltà liberale. La libertà è la libertà, non si discute, ma, come si dice da qualche parte fra voi umani, la salsiccia è la salsiccia e il salame è il salame: buoni e genuini sia l’una che l’altro, ma diversi.

A CHI PUÒ NUOCERE IL CAN CAN

Il gay pride del 2000, organizzato ostentatamente in pieno Giubileo, ci ha fatto un po’ sorridere. Ci sembrava uno di quegli sputi per aria che finiscono per ricadere su chi li lancia. Per questo pensavamo che sull’altra riva del Tevere, in Vaticano, han fatto bene a non prendersela più di tanto. Quella manifestazione può essere stata voluta contro di loro, ma non era a loro che poteva nuocere.

Si preparino quindi tranquillamente, clero e laici, a celebrare il prossimo Giubileo come la festa della misericordia generosa di Dio per tutti gli uomini di buona volontà. E nessuno dimentichi che davanti all’adultera che i giusti volevano lapidare Gesù ha detto: «Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra». Poi quando tutti se ne furono andati, Gesù ha detto alla donna: «Io non ti condanno, ma adesso va’ a casa e non peccare più». Proprio come ciò che il Papa ha detto tempo fa sui gay.

Il gambero è stato intervistato da Don Giacomo Panfilo