Zaini contro i trolley per la spesa: quella piccola guerra quotidiana per la sopravvivenza tra anziani e giovani

Lo scontro intergenerazionale per la sopravvivenza si fa sempre più acuto. Ed è una lotta senza esclusione di colpi. Solo pochi giorni fa Rita Querzè sul Corriere della Sera denunciava la stortura burocratica in virtù della quale le detrazioni fiscali per la badante di un anziano sono più cospicue rispetto a quelle di una tata per i bambini. La domanda è ovvia e nemmeno così banale: perché mai un neonato dovrebbe valere meno di suo nonno? Semmai, nella prospettiva di vita nella società, dovrebbe essere il contrario. Quanto rappresenta in termini di investimento sul futuro non solo della famiglia, prima cellula della società, ma soprattutto del Paese? Invece il fisco guarda altrove e, paradossalmente, in troppe occasioni a salvare il bilancio di tante famiglie italiane è stata la pensione dei nonni, che ha supplito alla perdita di lavoro dei figli e ha contribuito allo studio dei nipoti.
La salvaguardia del nonno è quindi quanto mai vitale, ma la jungla urbana è terreno minato e i nostri eroi della terza e quarta età affrontano l’ostilità della vita quotidiana combattendo schermaglie feroci con i pochi giovani ostinatamente venuti al mondo, con risultati spesso esilaranti. Ogni giorno, su mezzi pubblici affollati e nella rassegnazione di chi va al lavoro, si fronteggiano due tribù diverse ma ugualmente addestrate che si disputano gli stessi spazi: gli studenti e i vecchietti. L’area contesa è duplice. C’è lo spazio in piedi, ostaggio dei corpi ma soprattutto dei bagagli. I ragazzini esibiscono schiene tartarugate da zaini scrollati addosso ai malcapitati vicini e non accennano a toglierli dalle spalle nemmeno quando è chiaro che il volume occupato dalla sacca consentirebbe, se non un posto in più a bordo, quantomeno la possibilità di respirare più agevolmente.
Ma i nonni, soprattutto di genere femminile, non sono da meno: avanzano trascinando l’ormai immancabile carrellino portaspesa. Un trabiccolo su ruote dalla capacità sconosciuta ma pari alla borsa di Mary Poppins, che sicuramente ha il merito di facilitare gli spostamenti di chi non può addossarsi il peso di più borse del mercato e che fa la spesa per figli e nipoti a carico, ma che duplica istantaneamente il volume corporeo del proprietario. Nella confusione e nella ressa gli zaini mietono vittime ad altezza viso, con scarti improvvisi che sembra di essere in barca a vela, ma i carrellini colpiscono subdolamente le parti che noi non vediamo, dagli alluci agli stinchi senza soluzione di continuità. Il tutto condito da invettive varie, che le diverse generazioni amano scambiarsi non sempre con toni ispirati dalla fraternità. E poi c’è lo spazio dei sedili, bottino di guerra del primo che vi si siede e che poi, a seconda dell’età corrispondente, si trasforma in zombie del cellulare dal fondoschiena piombato o in querulo attaccabottone.
Ovviamente, i più agguerriti nella contestazione al malcostume sono gli anziani. Una volta conquistato un posto, con voce stentorea e sguardo fiammeggiante non perdono occasione per ricordare con nostalgia antiche deferenze verso l’età avanzata, constatando spesso con ragione l’arroganza diffusa e deplorando il lassismo imperante dell’odierna gioventù. Ma quando gli stessi protagonisti si ritrovano in altre arene, si assiste con stupore a una curiosa trasformazione. Basta una panetteria per accorgersi che il vecchietto lamentoso del bus è diventato un furetto che, inquadrata la situazione dalla soglia del negozio, si incunea rapido tra i presenti e arriva al bancone per essere servito primo, contando sulla distrazione di chi è in fila e coprendo con il dito il numeretto reale di prenotazione. Quando i presenti si rendono conto di essere stati gabbati, le occhiate diventano lame e i borbottii virano al mugugno, ma la voce che si leva in difesa di solito è giovane: “ma sì non importa, avrà fretta di andare a casa, poverino, alla sua età. Noi abbiamo tempo”. E l’inedita e temporanea alleanza prende il sapore d ella rivincita generazionale.