Papa Francesco a Prato incontra anche la Cina. Sotto i riflettori i temi del lavoro e le periferie

Domani 10 novembre Papa Francesco sarà prima a Prato e poi a Firenze in occasione del V Convegno Nazionale Ecclesiale della Chiesa italiana, dal tema “In Gesù Cristo il nuovo Umanesimo”, che si tiene nel capoluogo toscano da oggi al 13 novembre. Protagonisti dei novanta minuti della breve visita (al mattino dalle 8 alle 9), che Papa Francesco compirà a Prato saranno i temi molto cari al pontefice: Occupazione e immigrazione. «Abbiamo bisogno di una parola di incoraggiamento per proseguire nel nostro cammino», ha commentato il Vescovo di Prato Franco Agostinelli. Dopo il discorso che il Pontefice terrà dal Pulpito esterno del Donatello della Cattedrale di Santo Stefano rivolgendosi direttamente alla folla radunata nella piazza circostante, è in programma l’incontro di Bergoglio in Piazza della Cattedrale con le principali autorità e i rappresentanti del mondo del lavoro che si occupano anche dell’integrazione della comunità cinese a Prato. Tra questi vi saranno probabilmente anche alcuni rappresentanti della comunità cinese della cittadina, che nel corso degli anni si è riunita in una piccola Chinatown.  «Sono 123 le nazionalità presenti nella città e quella cinese, che è la più importante, non sarà certo ignorata», ha commentato il Segretario Generale della Cei, Mons. Nunzio Galantino, presentando alcuni mesi fa il programma della prima visita in terra toscana del Papa. Quasi trent’anni fa, nel 1986, era stato Giovanni Paolo II a visitare la città laniera e ora sarà la volta della visita pastorale breve ma significativa di Papa Francesco. Un incontro, un abbraccio, quello con alcuni membri della comunità cinese, voluto dal Pontefice da sempre sensibile ai temi del lavoro e delle periferie, spesso non solo fisiche ma esistenziali, temi cardine del ministero petrino di Bergoglio. Non solo. Papa Francesco ha da qualche tempo un sogno nel cassetto, una speranza che potrebbe diventare presto certezza: recarsi in Cina. “La Cina è una grande nazione che apporta al mondo una grande cultura e tante cose buone”, ha, infatti, detto il Santo Padre durante il volo di ritorno dagli USA. “Mi piacerebbe tanto andare in Cina. Amo il popolo cinese, gli voglio bene e mi auguro che ci siano le possibilità di avere buoni rapporti. Abbiamo contatti, ne parliamo. Per me visitare un Paese amico come la Cina che ha tanta cultura e tanta possibilità di fare del bene, sarebbe una gioia”, ha rivelato Bergoglio. Domani nella breve tappa a Prato, non ci sarà quindi un incontro specifico con la grande comunità cinese della cittadina toscana ma il Santo Padre probabile che incontri qualche componente. Sono 40mila le persone di nazionalità cinese che vivono a Prato divise in regolari e irregolari e sono circa 4800 le imprese cinesi, partendo dal primo settore, quello tessile, e ciò sarà motivo per Bergoglio di denunciare le condizioni di sfruttamento nelle quali sono costretti a vivere uomini, donne e purtroppo a volte anche minori. “Ultimi” sfruttati dai loro connazionali, imprenditori medi e piccoli che fanno parte delle 4800 imprese cinesi di Prato.
Sembra paradossale che i cittadini della seconda potenza mondiale del pianeta siano costretti a lavorare senza regole: orari di lavoro infiniti e senza pause, condizioni igienico-sanitarie allucinanti. Per non dimenticare la connivenza dei proprietari italiani dei capannoni, spesso usati anche come dormitorio, che percepiscono affitti in nero. Nel corso degli anni sono stati molti gli incidenti avvenuti, il più drammatico quello del 1° dicembre 2013 quando un incendio scoppiò in alcuni capannoni tessili e provocò la morte di 7 operai cinesi. Morti tanto tragiche quanto inutili, perché nonostante le indagini della magistratura e le molte inchieste giornalistiche nulla è cambiato. L’industria dell’abbigliamento low cost resta sotto accusa, eppure in tempi di crisi economica le bancarelle dei mercatini rionali del Belpaese sono prese d’assalto da chi vuole spendere meno senza rinunciare all’acquisto di prodotti copiati da firme. Una realtà poco conosciuta eppure quanti italiani hanno comprato un capo made in Chinatown di Prato? L’incontro del Papa venuto dalla fine del mondo con alcuni membri della Chinatown pratese contribuirà sicuramente a scuotere le coscienze in questo momento così delicato per la Chiesa.