«Ferite a morte». A Nembro Lella Costa in scena contro la violenza sulle donne

Sabato 12 dicembre alle 20,45 al cineteatro San Filippo Neri di Nembro (via Vittoria 12) sarà presentato Ferite a morte, raccolta di monologhi nei quali l’autrice Serena Dandini dà voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Le attrici Lella Costa, Orsetta de Rossi, Giorgia Cardaci e Rita Pelusio si alternano sul palco per testimoniare storie vere tratte dalla cronaca ormai diventata quasi quotidiana e dalle indagini giornalistiche. Sono stati 152 i femminicidi commessi nel 2014, di cui 117 commesssi in ambito familiare (dati Istat) in Italia e nel 2015 il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza. Secondo una ricerca condotta da Intervita Onlus tutto questo costa alla collettività 17 miliardi di euro mentre per combattere quest’odioso fenomeno di violenza sono stati investiti solo 6,3 milioni. È una sorta di «bollettino di guerra» che il reading ripropone in una versione originale, autentica e vera perché sono le stesse donne uccise che parlano in prima persona raccontando la loro storia. Il progetto teatrale scritto e diretto da Serena Dandini con la collaborazione ai testi e alle ricerche di Maura Misiti ricercatrice del Cnr, ha esordito nel novembre del 2012 al Teatro Biondo di Palermo per poi fare tappa in numerose città italiane registrando sempre il sold out. Ideati in chiave teatrale i monologhi raccontando una breve storia di donne ferite a morte da uomini che dicevano di amarle vogliono sensibilizzare le Istituzioni e l’opinione pubblica del nostro Paese verso un fenomeno inquietante che sembra non avere fine. In una recente intervista Lella Costa quando le è stata rivolta la domanda se è l’amore a rendere fragili e vulnerabili le donne di Ferite a morte? L’attrice ha risposto “L’amore, certamente, ma anche tutti i suoi fraintendimenti: dedizione, abnegazione, sottomissione, annullamento di sé… e soprattutto il terrore ancestrale di non poter esistere se non definita da un ruolo preciso, che sia di moglie o di madre o anche di “donna”, se non sono o non sono più quello, non esisto. Fra non esistere ed essere fisicamente annientata a volte non si ha modo di scegliere. Tanti discorsi, dati e fatti non bucavano l’attenzione della gente. Così ho deciso di provare con la drammaturgia, il teatro per arrivare al cuore delle persone e poi al loro cervello”.