Auguri. Buon anno, nonostante

Anche quest’anno la liturgia accoglie il nuovo anno con un testo radioso, beneagurante:

Il Signore parlò a Mosè e disse:
“Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo:
‘Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore
e ti custodisca.

Il Signore faccia risplendere per te il suo volto

e ti faccia grazia.

Il Signore rivolga a te il suo volto

e ti conceda pace’.

Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò” (Numeri 6, 22-27)

I biblisti ci dicono che si tratta di “un antico testo di benedizione sacerdotale, trasmesso oralmente, inserito nel libro dei Numeri, così da essere messo in relazione con l’evento dell’Esodo”.

Ma che senso ha un augurio così luminoso in una situazione, per tanti versi, così cupa? Intanto una constatazione, magra finché si vuole, ma onesta e necessaria. La pace totale, realizzazione piena di quell’augurio, non è mai esistita, neanche quando quella benedizione è stata composta. Non sappiamo, in effetti, quando e dove esattamente sia stata composta. Ma possiamo stare sicuri che la pace totale neanche allora esisteva.

Quindi non ci piangiamo addosso se neppure oggi esiste. Esiste però, tenace e caparbio, il sogno di quella pace, nel cuore della gente, in tante persone per bene che si danno da fare, in famiglia, sul lavoro, perfino nelle amministrazioni pubbliche e in politica, perché qualche raggio di quella pace arrivi anche da noi.

Tra i sognatori di pace più testardi ci sono i credenti, anche perché loro, i credenti, hanno la straordinaria pretesa di dire che Dio stesso è il garante di quella pace di cui gustiamo gli spizzichi e che, soprattutto, è Dio il garante del sogno di una pace senza ombre che, prima o poi, arriverà.

Anche per questo, nelle chiese, in questi giorni il “grazie” per quello che è stato si intreccia con gli auguri per quello che sarà. E il filo rosso fra tra il passato e il futuro è semplice: Dio ci ha dato quello che è successo e lui ci sarà quello che succederà. “Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”, dice la benedizione del libro dei Numeri. L’augurio è impegnativo: che il Signore ci guardi, che ci rivolga il suo volto, come si fa con le persone che ci stanno a cuore. E questo sguardo sia la nostra pace, la sicurezza che i nostri sogni inguaribili di pace non sono soltanto un’illusione.

Auguri per un felice 2016.