Roncobello: calciobalilla, ping pong e pizza. L’incontro nasce dalle piccole cose

Mani che si intrecciano, sguardi che sorridono. È l’immagine che viene dal Natale di Roncobello, in alta Valle Brembana. Uno dei giochi di gruppo che ha animato la giornata è stato proprio il gioco di riflessi delle mani: le persone sedute in cerchio appoggiano le loro mani sul tavolo con i palmi rivolti verso il basso, ogni giocatore mette il braccio sinistro sotto il braccio del compagno a sinistra e il braccio destro sopra il braccio del compagno a destra, quindi il primo batte una mano sul tavolo e la mano alla sua destra deve ripetere il gesto in modo che la manata faccia il giro del cerchio… e tra varianti ed eccezioni, sono stati i sorrisi i protagonisti del gioco.

A raccontarlo sono una decina di volontari che hanno deciso di trascorrere la giornata del 25 dicembre con i rifugiati ospiti in paese e che provengono da Bangladesh, Pakistan, Costa d’Avorio, Nigeria e Burkina. «Sei di loro provengono dalla Nigeria e sono di fede cattolica, quindi hanno festeggiato il Natale insieme in un appartamento a Lenna con una nostra volontaria e altri due in parrocchia a Olmo al Brembo – spiegano dal gruppo -. Nel pomeriggio, poi, ci hanno raggiunto all’albergo Alpino dove anche noi ci eravamo ritrovati dopo il pranzo con le nostre famiglie. Non abbiamo fatto nulla di straordinario: abbiamo organizzato dei tornei a calciobalilla e ping-pong a coppie, in modo che tutti i 35 ospiti potessero partecipare, e la sera abbiamo mangiato la pizza».

La festa del Natale cristiano quindi si è trasformata in un pomeriggio di animazione: al termine dei tornei, infatti, i ragazzi hanno ballato, suonato i bonghi e cantato portando ognuno la propria musica ma soprattutto i sorrisi. «Ci tenevano a festeggiare con noi, a conoscere le nostre usanze – precisegue una volontaria – e il giorno prima noi abbiamo condiviso con loro la festa  del Mawlid, la nascita di Maometto, (celebrata quest’anno dal mondo islamico in coincidenza con quella del Natale dopo 457 anni, ndr): hanno cucinato loro alcuni piatti caratteristici».

L’iniziativa del giorno di Natale, però, si aggiunge ad ulteriori iniziative che alcuni volontari di Roncobello e dei paesi limitrofi organizzano in gruppo, tramite il vicariato locale o singolarmente per integrare i rifugiati in alta Valle. Tombole, tornei di calcio, escursione ai laghi Gemelli, festa dell’Atalanta, pizzate e pomeriggi di condivisione sono alcune delle iniziative messe in campo. «Tre di loro, per esempio, fanno parte di due società sportive della provincia quindi alcuni di noi si impegnano a portarli per gli allenamenti e altri alle partite – spiegano i volontari -. Sono tante iniziative che aiutano loro a conoscere la nostra realtà e a farli sentire accolti, ma aiutano anche noi ad approfondire la situazione delicata in cui si ritrovano, la loro terra d’origine e la loro cultura. Non è facile nemmeno la convivenza tra loro: provengono da Paesi diversi, no si conoscono, hanno abitudini differenti e quindi questa iniziative servono anche ad aiutarli a fare gruppo e a conoscersi anche tra di loro». A Roncobello, come canta Luca Carboni, “O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai”.

Le immagini del post sono di ©Sara Gambarelli

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