Epifania, la festa dei cercatori di Dio

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo” (Vedi Vangelo di Matteo 2, 1-12. Per leggere i testi liturgici della solennità dell’Epifania, clicca qui)

ESUBERANZA NATALIZIA

“Epifania” signifa “manifestazione”. È un tratto tipico del Natale, questo. Il piccolo di Betlemme non solo nasce, ma viene annunciato: il cielo si apre e gli angeli cantano, appare una stella che guida dei lontani ricercatori verso il neonato.

Il racconto ci  fa incontrare Erode, Erode il Grande. Regna sulla Giudea dal 37 avanti Cristo. Quando si incontra con i Magi – siamo attorno al 5-6 avanti Cristo è re da una trentina d’anni, è vecchio, sospettoso e violento. Ha fatto ammazzare senza particolari remore alcuni familiari semplicemente perché sospettati di fargli ombra.

I MAGI, GLI STRANI RICERCATORI

Arrivano i magi, dunque. Sono studiosi, un po’ astrologi e un po’ astronomi. Il vangelo non dice quanti erano, non dice, in particolare, che erano tre (la tradizione ha pensato al numero tre desumendolo dai tre doni che i magi presentano al bambino), né quale fosse la loro origine e non dice neppure che erano re. Esisteva, comunque, ai tempi di Gesù, una corrente di simpatia verso la fede ebraica da parte di gente che veniva da fuori.

Arrivano alla reggia di Erode e chiedono di Gesù che essi definiscono “re”: è il modo di dire dei pagani quando parlano di Gesù: così fa Pilato, così fanno i soldati romani, così anche la scritta sulla croce. Invece Erode usa l’espressione ebraica di “Messia”. Dunque i magi hanno veduto una stella, imagine suggestiva per indicare una luce divina, una luce che viene da Dio. Chiedono dove si trova Gesù.

ERODE E I SUOI INTELLETTUALI

Erode ha dei dotti, degli intellettuali,  che vivono nella sua reggia. Li riunisce e pone a loro il quesito: dove deve nascere il Messia? I dotti consultano la bibbia e trovano una profezia di Michea: il Messia deve nascere a Betlemme. I magi ripartono. Erode li incarica di riferire dove si trova il neonato Messia. Ora che si rimettono in viaggio sono di nuovo soli. Nessun ebreo li accompagna alla stalla del Bambino. Restano soltanto con la loro luce. Quando arrivano alla grotta riservano al neonato il rito tipicamente mediorientale, esuberante, barocco, un omaggio riservato a un grande sovrano. D’altronde il salmo 72, parla di un re che riceve gli omaggi da parte di molti ospiti venuti da lontano: I re di Tarsis e delle isole portino tributi, i re di Saba e di Seba offrano doni. Tutti i re si prostrino a lui, lo servano tutte le genti.

UNA COSTOSA RICERCA. DIO E I SUOI SEGNI

I Magi sono personaggi della ricerca. Partono da lontano, arrivano a Gerusalemme, si informano… Alla fine la stella sparisce e lascia il posto al “bambino con Maria sua madre”. I magi possono essere visti come personaggi moderni, perché cercano. E la loro ricerca “costa”: devono lasciare la casa, devono fare un viaggio… La loro ricerca dunque non è un passatempo, è seria.

Continua la strana, intrigante inversione della segnaletica natalizia: non è la terra che scruta il cielo, ma il contrario: il cielo segnala la terra. Dio è qui, non “lassù”.

La festa dell’Epifania segnala un compito al credente: scoprire i segni, le tracce che Dio ha disseminato nella nostra storia. Non si arriva a Dio se non attraverso quei segni. Per trovare Dio bisogna trovare la stella che ci guida verso di lui.