Il medico Giacinto Andreoni dalla Valle Brembana al Mozambico con il Cuamm

Oltre 20 anni di esperienza in Africa, tre figli nati nel continente nero e 12 nipoti: Giacinto Andreoni, medico, è partito per la prima volta con il Cuamm nel 1973, per il Benin, insieme alla moglie Alma, medico pure lei. Da allora, sempre accompagnato dalla moglie, ha fatto molta strada, non solo con Medici con l’Africa Cuamm, e ha prestato servizio in Angola, in Mozambico, in Guinea Bissau… e molti altri paesi ancora. A 68 anni, ancora una volta decide di mettersi in gioco e ora è appena ripartito per il Mozambico, per Palma, nel nord del paese, dove rimarrà per 6 mesi come chirurgo nell’ospedale rurale.
«Riparto, ancora una volta, con Medici con l’Africa Cuamm perché l’ho promesso a don Luigi Mazzucato pochi giorni prima che morisse. Voglio mantenere una promessa fatta a una persona straordinaria, che ha sapientemente guidato il Cuamm per oltre 65 anni e che per la prima volta mi ha coinvolto nel lontano 1973. In Africa la differenza sta nell’essenzialità. Lì puoi esercitare la chirurgia di base e confrontarti con tutti i tipi di problemi. Qui in Italia ci stiamo specializzando in modo tanto preciso e dettagliato, con il rischio di perdere la visione d’insieme, di non avere un’analisi a 360 gradi del paziente che hai davanti. In Africa non è così. Devi saper fare tutto, se serve» dice Giacinto Andreoni.
Il dottor Andreoni andrà a portare aiuto all’ospedale di Palma, dove Medici con l’Africa Cuamm sta realizzando un programma di rafforzamento del sistema sanitario, per migliorare la salute materna e neonatale e aumentare i parti assistiti. Il centro di salute di Palma, anche grazie all’intervento del Cuamm, è diventato ospedale rurale, può rispondere alle emergenze ostetriche ed essere centro di riferimento dei casi complicati per la parte nord della provincia. Nel 2014 è stato costruito e attrezzato un blocco operatorio. È stata aperta una casa d’attesa, per favorire l’utilizzo della struttura sanitaria da parte delle donne provenienti dalle aree più remote del distretto. Allo stesso tempo, si è rafforzato il collegamento tra i centri di salute periferici e l’ospedale, attraverso la presenza di un’ambulanza, l’appoggio alle cliniche mobili e le supervisioni delle attività sul territorio.
Sono stati, inoltre, migliorati i servizi di laboratorio, ecografia e radiologia. Queste attività sono state accompagnate dalla formazione del personale locale e dalla fornitura degli equipaggiamenti necessari.
La famiglia Andreoni ha il cuore in Africa. Lo testimonia il fatto che proprio negli stessi giorni è partito per una missione anche il figlio Fabio, 39 anni, anche lui medico (lavora all’Hospice Don Palla a Piazza Brembana). Ha portato con sé tutta la famiglia: la moglie Elena, che fa l’insegnante a San Pellegrino, e i figli Tecla, 9 anni, Lia 7, Cesare e Nilde 6, Olga 4 e Gemma 2. Resteranno per un anno nello Zambia, a Chirundu, dove Fabio sarà medico internista in un ospedale aperto circa 50 anni fa dalla diocesi di Milano e collegato a progetti con il Celim.