L’Iliade del Teatro del Carretto al Teatro Sociale: tutto esaurito e c’è la lista d’attesa

Per vedere l’Iliade di Omero nella versione del Teatro Del Carretto di Lucca (questa sera alle 21) al Teatro Sociale c’è la lista d’attesa: un successo annunciato per questa nuova tappa della stagione di Altri Percorsi firmata da Maria Grazia Panigada, passata quest’anno da cinque a sette titoli e accolta dal pubblico con entusiasmo, con un sensibile incremento di abbonati e pubblico.
Questa «Iliade» è uno degli spettacoli più famosi e longevi mai prodotti in Italia negli ultimi decenni: ha debuttato nel 1988 ed è uno spettacolo “cult”, elegante e arcaico, ambiguo e terribile, capace di suscitare intensi stati emotivi. Convivono in esso realtà e mito poetico che vibrano all’unisono grazie all’uso del teatro di figura, elemento importante per fare da cassa di risonanza all’atto attoriale ed amplificare lo spazio.

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Iliade torna a Bergamo con una dedica a Benvenuto Cuminetti che lo aveva portato in città venticinque anni fa proprio in Altri Percorsi; proprio a Cuminetti, al suo magistero e alle sue linee programmatiche si ispira il lavoro tracciato quest’anno da Maria Grazia Panigada: «Nel 1999 Cuminetti mi chiese di scrivere un Quaderno dello Spettacolo alla soglia dei primi vent’anni di Altri Percorsi. Era una gioia intrecciare i fili di quelle stagioni magnifiche che vedevano i grandi protagonisti del nuovo teatro italiano riconoscere in Bergamo un luogo privilegiato dove passare e coltivare incontri. Negli ultimi anni si è andata spegnendo questa volontà iniziale di realizzare una stagione, in parallelo alla stagione di prosa maggiore, che fosse di ricerca, che fosse un luogo di elaborazione di pensiero e di condivisione per spettatori di generazioni diverse, per giovani pronti a vivere le messinscene non come obbligo scolastico, ma come possibilità di vivere un’esperienza, possibile tempo per la città di riflettere se stessa tramite il teatro. Nel presentare il trentacinquesimo anno di vita di Altri Percorsi, c’è tutta l’emozione di una responsabilità e di uno stupore. Il teatro è emozione, l’atto teatrale diviene icona di corpi e voci che rimandano ad altro, ad un mondo interiore che anche nelle mille repliche o ripetizioni non è mai uguale a se stesso perché ogni volta incontro unico ed irripetibile: attori, pubblico non si ripeteranno mai uguali a se stessi… Lo stupore del teatro sta nell’incontro diretto, immediato che non si può rimandare, ma che sempre rievoca un altrove, assenza e presenza al tempo stesso. Ecco questo è il pensiero che ho fatto nel programmare questa stagione che non può che non tornare con il pensiero a Benvenuto Cuminetti al teatro che gli piaceva, fatto di belle drammaturgie, grandi interpreti, ottime messinscene, ma soprattutto di umanità…».

Nel video un intenso assaggio del lamento di Andromaca interpretata dall’attrice Elsa Bossi.