I credenti, le unioni civili. La testimonianza della forza e la forza della testimonianza

Foto: un’immagine del family day del 30 gennaio

Mentre scriviamo non si sa ancora come  finirà la faccenda delle unioni civili. Ma, comunque finisca, si può già dire che non finirà bene per la comunità cristiana. In ogni caso.

QUANDO I CREDENTI PUNTANO TUTTO SULLA LORO FORZA

Questa vicenda è un capitolo nuovo di una vicenda vecchissima. La vicenda penso si possa riassumere così. I credenti, spesso, hanno puntato molto, qualche volta tutto, sulla loro forza sociale. È il tema enfatico – caro a CL ma non solo – della “presenza”. I cattolici ci sono e si deve vedere che ci sono. Nessuno che sia animato da questa convinzione dice che la fede coincide esattamente con quella presenza: non è che non credo se le mie battaglie politiche non hanno successo. Ma, quanto più si insiste su quel legame – la fede e la sua efficacia sociale – tanto più si rischia. La fede, troppo legata ai suoi successi sociali, rischia di essere meno fede quando quei successi non ci sono. Diciamolo in altri termini: la fede che mette l’accento sulla presenza rischia di dimenticare la testimonianza. Non vorrei dare l’impressione di giocare con le parole. Presenza e testimonianza non sono la stessa cosa, infatti. La presenza si misura su quanto riesce a portare nella società. La testimonianza si misura soltanto sulla propria coerenza.

LE ANTICHE BATTAGLIE, TUTTE SANTE E TUTTE PERDUTE

Ora se tutto questo lo riportiamo al problema delle unioni civili e di tutto il dibattito che ci sta dietro, le conclusioni sono abbastanza impegnative. I cattolici si sono battuti, a lungo, per avere leggi favorevoli alla famiglia e ai suoi valori. Battaglie sante e tutte, puntualmente, perdute: divorzio, aborto e, adesso, unioni civili. Solo che lo sforzo per avere delle leggi favorevoli o per evitare quelle sfavorevoli, ha fatto andare in secondo piano quello che i cristiani dovevano fare a prescindere da quello che la società decideva. Il matrimonio di un uomo e di una donna, i figli, la famiglia e tutto questo esaltato da un sacramento è qualcosa di una bellezza stratosferica. Ed è bello anche se non tutti lo capiscono. Si deve capire, accogliere, perdonare chi non ci arriva, certo. Ma è bello, molto bello quell’ideale, anche quando non lo si raggiunge, o anche quando lo si raggiunge solo in piccola parte. E i cristiani dovrebbero essere presi da questa bellezza più che dalla forza ed essere orgogliosi di poter vivere quella bellezza e poterla proporre, comunque.

Le  votazioni finiranno, una legge verrà approvata. Valori diversi da quelli proposti dai credenti verranno comunque affermati. Allora diventa sempre più urgente prendere atto che la forza non paga e che i credenti ci sono anche se sconfitti e che quello che propongono resta bello nonostante. La testimonianza della forza cede il passa alla forza della testimonianza.