L’Oscar a Morricone per la colonna sonora del film di Tarantino. Vincono Spotlight e Di Caprio

Ennio Morricone vince il Premio Oscar con la colonna sonora del western politico di Tarantino confermando le previsioni della vigilia. Il compositore, classe 1928, grande favorito alla corsa e unico candidato tricolore, si è aggiudicato la mitica statuetta per la Migliore colonna sonora originale del film “The hateful eight” di Quentin Tarantino, premiato sul palco dell’Academy da Quincy Jones durante l’88ª edizione dei premi Oscar che si è appena conclusa al Dolby Theatre di Los Angeles blindato da eccezionali misure di sicurezza contro il terrorismo.
La cerimonia cominciata alle 20.30 (ora locale, le 2.30 in Italia) è stata condotta dal comico Chris Rock ed è stata trasmessa in diretta da Abc in 225 Paesi.
«Buonasera signori», Morricone saluta in italiano la platea di star che gli tributa una meritata standing ovation. «Dedico questa musica e questo Oscar a mia moglie Maria», prosegue il musicista con la voce rotta dall’emozione, e conclude il suo discorso di ringraziamento: «Grazie per il prestigioso riconoscimento, un pensiero va agli altri nominati, in particolare a John Williams. Non c’è una grande colonna sonora senza un grande ispiratore come Tarantino e il suo team che ringrazio per avermi scelto».
Nel 2007 Morricone aveva ricevuto il Premio Oscar alla carriera «per i suoi contributi magnificenti e sfaccettati all’arte della musica da film» dalle mani di Clint Eastwood, dopo essere stato nominato per 5 volte tra il 1979 e il 2001 con “I giorni del cielo”, “Mission”, “Gli intoccabili”, “Bugsy” e “Malena”, senza aver mai raggiunto il traguardo.
Con la sua sesta nomination ai premi Oscar per le partiture del film di Tarantino, per la quale Morricone si era aggiudicato il Golden Globe qualche giorno prima, il grande compositore a 87 anni è riuscito a vincere l’ambito premio. Solo due giorni prima della notte degli Oscar Morricone aveva ottenuto la sua stella sulla “Walk of Fame” di Hollywood. «Devo cercare di realizzare una colonna sonora che piaccia sia al regista sia al pubblico, ma che soprattutto deve piacere anche a me, perché altrimenti non sono contento. Io devo essere contento prima del regista», aveva detto Morricone, Accademico Effettivo dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, durante la cerimonia che si è svolta a Los Angeles.
Un premio che è anche un riconoscimento per l’Italia e la genialità delle nostre glorie nazionali, in questo caso parliamo di un musicista che tutto il mondo ci invidia, autore di cinquecento colonne sonore per numerose pellicole premiate all’Academy Award quali “Nuovo Cinema Paradiso”, “C’era una volta in America”. La statuetta vinta la scorsa notte durante la notte delle stelle hollywoodiana va ad aggiungersi ai tre Grammy Awards, ai tre Golden Globes, ai cinque BAFTAs, ai dieci David di Donatello, agli undici Nastro d’Argento, ai due European Film Awards, al Leone d’Oro alla carriera e al Polar Music Prize, che impreziosiscono la splendida carriera di Ennio Morricone che ha venduto più di 70 milioni di dischi. Complimenti Maestro!
“Spotlight” di Tom McCarthy con Michael Keaton e Mark Ruffalo storia dell’inchiesta del quotidiano Boston Globe sugli abusi sessuali compiuti dai preti cattolici nella Diocesi di Boston, è il Miglior film dell’anno, premiato anche per la Miglior sceneggiatura originale. «Questo premio dà voce ai sopravvissuti. Una voce che arriverà al Vaticano. Papa Francesco, è arrivato il momento di proteggere i bambini», è l’appello del produttore Michael Sugar.
Leonardo DiCaprio è il Miglior attore protagonista dell’anno grazie all’intensa interpretazione di un cacciatore di pellicce nell’America dell’inizio dell’Ottocento ferito da un orso e abbandonato dai compagni nella pellicola “Revenant – Redivivo”, il film superfavorito con 12 nomination di Alejandro Gonzales Iñárritu che vince la statuetta per la Miglior regia per il secondo anno consecutivo. «Questa è l’opportunità per la nostra generazione di liberarci di tutti i pregiudizi, il colore della nostra pelle è irrilevante come il colore dei nostri capelli», precisa sul palco il messicano Iñárritu mentre Di Caprio al momento della vittoria parla del tema che ha più a cuore, l’ambientalismo. «Nel 2015 siamo andati al Polo Sud per trovare la neve. Il cambiamento climatico sta minacciando la specie umana. Dobbiamo lavorare insieme e smetterla di posticipare, smetterla di sostenere leader che parlano per chi inquina ma non per gli indigeni che saranno toccati da questi cambiamenti. Non diamo per scontato questo pianeta come io non davo per scontata questa serata». “Revenant” vince anche il Premio Oscar come Miglior fotografia che va a Emmanuel Lubezki. Brie Larson riceve come da previsioni l’Oscar come Miglior attrice per la sua interpretazione in “Room”.
Mark Rylance, Miglior attore non protagonista, è Rudolf Abel il prigioniero filo-comunista che nel film “Il ponte delle spie” di Steven Spielberg viene accusato di essere una spia sovietica ed è difeso in tribunale da Tom Hanks. Alicia Vikander, svedese, ha vinto l’Oscar come Miglior attrice non protagonista per “The Danish Girl” di Tom Hooper, premiata per il ruolo della moglie del pittore paesaggista di inizio Novecento Einer (interpretato da Eddie Redmayne), la quale dopo aver compreso di avere dentro di sé un’anima femminile, decise di sottoporsi a un pionieristico intervento di riassegnazione sessuale diventando Lili Elbe, il primo trans della storia.
“Il figlio di Saul”, Miglior film straniero del 2016, parla ungherese, già premiato a Cannes, toccante storia di un uomo che fa parte dei Sonderkommando di Auschwitz, i gruppi di ebrei costretti dai nazisti ad assisterli nello sterminio degli altri prigionieri. «Anche nei momenti più bui ci può essere una voce dentro di noi che ci permette di rimanere umani», dice il regista László Nemes ritirando il premio.