Il giovedì santo di Papa Francesco: laverà i piedi a 12 rifugiati. Un gesto simbolico che parla di accoglienza

Per la celebrazione che avverrà il prossimo 24 marzo, Papa Francesco ha deciso di celebrare la messa “in coena Domini” del Giovedì Santo, con il tradizionale rito della lavanda dei piedi, con i profughi di una struttura romana della quale ancora il Vaticano non ha reso noto il nome.
Dopo essere stato in un carcere minorile, in un centro per anziani e l’anno scorso a Rebibbia, il Pontefice ha deciso quest’anno di rivolgere uno speciale atto di attenzione ai rifugiati e ai migranti. Il Papa dei gesti concreti con questa iniziativa pone il mondo di fronte a un dramma quotidiano, basta vedere quello che sta accadendo nel fango della tendopoli di Idomeni in territorio greco alla frontiera con la Macedonia, dove circa 14mila migranti restano bloccati da oltre una settimana in condizioni sempre più precarie.
“La situazione qui è tragica, se si pensa che un terzo delle persone a Idomeni sono bambini”, è stato questo il grido d’allarme lanciato dal commissario europeo all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos, che ieri ha visitato il campo profughi.
Bergoglio quindi lavando i piedi a 12 profughi come i 12 apostoli, gesto simbolico destinato a risuonare in tutto il Pianeta, rende protagonisti gli ultimi della terra, quei profughi di fronte ai quali vengono chiuse porte e alzate mura della vergogna.
Intanto la questione dell’immigrazione è al centro della campagna elettorale statunitense e in Australia, così come in Germania, dove molti elettori hanno appena votato contro l’approccio più umano e accogliente della Cancelliera Angela Merkel.
In viaggio di stato in Etiopia, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto che il “rifiuto dell’accoglienza” non può essere la risposta dell’Europa all’emergenza immigrazione; ma serve un “approccio multilaterale” che coinvolga e sia condiviso dagli Stati “dai quali ha origine il fenomeno migratorio”.
Soltanto poco tempo fa Bergoglio durante il discorso in Vaticano al Corpo Diplomatico aveva detto che “molti migranti provenienti dall’Asia e dall’Africa, vedono nell’Europa un punto di riferimento per principi come l’uguaglianza di fronte al diritto e valori inscritti nella natura stessa di ogni uomo, quali l’inviolabilità della dignità e dell’uguaglianza di ogni persona, l’amore al prossimo senza distinzione di origine e di appartenenza, la libertà di coscienza e la solidarietà verso i propri simili. Tuttavia, i massicci sbarchi sulle coste del Vecchio Continente sembrano far vacillare il sistema di accoglienza, costruito faticosamente sulle ceneri del secondo conflitto mondiale e che costituisce ancora un faro di umanità cui riferirsi. Di fronte all’imponenza dei flussi e agli inevitabili problemi connessi, sono sorti non pochi interrogativi sulle reali possibilità di ricezione e di adattamento delle persone, sulla modifica della compagine culturale e sociale dei Paesi di accoglienza, come pure sul ridisegnarsi di alcuni equilibri geo-politici regionali”.
Una mossa che spiazza, fa riflettere e commuove quella del Santo Padre che laverà i piedi ai rifugiati, se pensiamo che molti politici in Europa e negli Stati Uniti chiedono di alzare muri contro l’ingresso nei loro Paesi di migranti e profughi.