“Illecita influenza”. Che cosa è? Attorno alla ex-ministra Guidi, Maria Elena Boschi e altri ancora

Foto: l’ex ministra Federica Guidi

Traffico illecito di stupefacenti, d’armi, di documenti falsi. Oppure traffico di prostitute. D’organi, perfino. Ma traffico illecito d’influenze non s’era mai sentito. Al punto da far pensare, di primo acchito, a uno scambio truffaldino di costipazioni, sconfinate in attacchi febbrili, fra colleghi di lavoro.

UNO STRANO REATO NUOVO QUASI DI ZECCA

Invece no. Trattasi di reato, in vigore dal 2012 sotto il governo Monti, all’interno della legge Severino. Finora quasi mai applicato. Pena prevista, la reclusione da uno a tre anni. Prossimo al millantato credito, senza sostituirlo. Il legislatore ha stabilito che il millantato credito non bastava più. Perché? Chiarito che influenza non si riferisce alla diffusa malattia della stagione invernale, bensì all’ascendente di una persona su un’altra, il presupposto del millantato credito si basa sulla semplice vanteria di poter premere su un plenipotenziario. A prescindere dai rapporti reali. Impunito, paradossalmente, restava dunque “lo sfruttamento delle relazioni esistenti“, il fondamento, appunto, dell’inedito articolo del codice.

Inedito, ma benvenuto ed emblematico. “Lo sfruttamento” altro non è che il beneficio indebito, cioè la ciccia. In pratica, non riuscendo a varare un effettivo divieto di conflitto d’interessi, ci si è accontentati del piccolo risultato piuttosto che niente. Ma ciò significa ufficialmente, insomma, che nel Bel Paese può darsi il caso che qualcuno s’aggiudichi un appalto approfittando del momento favorevole in cui tira le fila un suo contiguo. Però, che novità sconvolgente! E chi se l’aspettava una simile scoperta?

IN ITALIA SI TIENE FAMIGLIA (ALLARGATA)

Purtroppo siamo ridotti così. Ad inventarci un reato, dalla denominazione pure abbastanza astrusa, perché in Italia trionfa la semplice regola del tenere famiglia (va bene pur se allargata, al giorno d’oggi). Tutto questo discorso, ovvio, a causa dell’ex ministra Guidi e del suo fidanzato imprenditore (“Lo considero a tutti gli effetti mio marito”). La storia è nota. Il pubblico ministero di Potenza sostiene che l’imprenditore – grazie all’amica-consorte – mirava, alla lunga, a prendersi un appalto da più di due milioni nella prontamente ribattezzata – per via del petrolio – Lucania Saudita.

Che vogliamo fare? Criminalizzare la ruspante signora modenese, paracadutata a capo del ministero dello sviluppo economico dopo esser stata presidente dei giovani imprenditori di Confindustria? A proposito, sapete chi era il suo vice? Il fidanzato-marito attuale. Dovremmo approfondire chi l’ha messa e chiederci se era proprio quello il dicastero giusto, in un governo di centrosinistra.

Criminalizzare proprio lei, che almeno s’è tempestivamente dimessa? Questo è solo l’ultimo caso. La letteratura ne è piena, da Umberto Bossi (il figlio) a Maria Elena Boschi (il padre) attraverso Gianfranco Fini (il fratello della compagna). Illecita influenza inedita, benvenuta ed emblematica, si diceva. Pure vana, sotto questo sole non c’è codice penale che tenga. Buongiorno, Italia! Anzi, buonanotte!