Il Comitato di cittadini per costruire l’accoglienza in Valle Seriana: c’è chi costruisce muri, noi lavoriamo per abbatterli

Non è difficile, di questi tempi, accendere la televisione e trovarsi ad ascoltare le parole di qualche avventato predicatore che, in balia delle proprie emozioni, si lancia in facili congetture, proclamando la chiusura delle frontiere e l’innalzamento di muri e barriere come unica soluzione per arginare “l’invasione dei migranti”. C’è invece chi, molto più silenziosamente e senza l’interesse della cronaca, questi muri – non fisici ma fondati su paure e pregiudizi – lavora per abbatterli. È questo il caso del Comitato di cittadini per costruire l’accoglienza in Valle Seriana che si pone come obiettivo quello di realizzare forme di accoglienza mirate all’integrazione delle persone richiedenti asilo e dei migranti che arrivano ed arriveranno nel territorio in cerca di accoglienza, in un’ottica di umanità, tenuto conto che essi fuggono da situazioni di guerra, carestie, miserie, conflitti, sofferenze.

Ne parliamo con Enrico Scandella, uno dei membri fondatori del Comitato: «Il comitato nasce nel luglio del 2015 in seguito all’arrivo di richiedenti asilo a Rovetta e successivamente a Castione della Presolana. Fin da subito abbiamo pensato che questi migranti non fossero semplicemente numeri, percentuali e statistiche, ma persone in cerca di aiuto ed erano scappati da povertà e fame. Sì, la povertà e la fame sono la più grande guerra ancora in atto nel nostro pianeta ». Frasi che ricordano molto quelle pronunciate ieri da Papa Francesco che, con illuminanti parole, ha chiesto perdono ai migranti: “Trattati come un peso, un problema, un costo. Siete invece un dono”.

Prosegue Scandella nel racconto della storia del Comitato: «Abbiamo pensato che non era più necessario andare in Africa perché l’Africa era venuta da noi e noi avevamo il compito di accoglierla: questi ragazzi e uomini che noi incontriamo sono nostri fratelli, per questo motivo abbiamo pensato di dare loro un aiuto. Certo, non pensiamo di risolvere il problema dell’immigrazione, ma con piccoli gesti, possiamo concretamente affievolire la loro solitudine, la mancanza della loro famiglia, dei loro affetti. Ci siamo resi conto che delle volte basta un sorriso, una stretta di mano, una semplice gita in montagna, una partita di calcio per essere d’aiuto».

Col tempo il comitato è cresciuto e si è evoluto grazie a tutte le persone di buona volontà che si sono messe all’opera, dedicandosi alla costruzione di attività che facessero emergere la voglia di rinascita di queste persone: «La nostra amica Marianna ha inventato la scuola di lingue per volontari – continua Scandella -, dove i ragazzi insegnano la loro lingua e le loro tradizioni alla gente del posto. E’ nato poi il laboratorio di cucina dove Fabio insegna a fare la pizza e il pane, e il laboratorio di falegnameria. Si sono organizzate gite culturali per conoscere il territorio, con fascicoli tradotti dai ragazzi. Il comitato ha raccolto, tramite donazioni, 50 biciclette e ha organizzato “L’accoglienza su due ruote”, partendo da Rovetta sulla ciclabile della Val Seriana».

Abbiamo chiesto a Enrico Scandella di raccontarci un episodio specifico che, a titolo esemplificativo, rendesse l’idea del lavoro svolto dal Comitato: « A Castione della Presolana, a Villa Jesus, sono presenti una cinquantina di migranti provenienti da Africa e Asia, alcuni molto giovani altri con più anni sulle spalle. Dal loro arrivo ad oggi sono mutate tante cose: la conoscenza reciproca ha fatto cadere le barriere, sia linguistiche che di cultura. La presenza di Musulmani e di Cristiani, di anglofoni e francofoni, alcuni con conoscenza solo di idiomi locali, alcuni analfabeti totali, altri poco scolarizzati e altri ancora con studi superiori o lauree, ha dato luogo ad una grande varietà umana. All’inizio c’era un po’ di diffidenza reciproca, poi a poco a poco è nata la fiducia, la confidenza. Il clima esterno alla struttura pian piano sta cambiando: i migranti non sono visti solo con sospetto e questo grazie anche alle molte iniziative nate all’interno del Comitato dei Cittadini per costruire l’accoglienza. Molti ragazzi frequentano il doposcuola nei locali messi a disposizione dalla Parrocchia, altri si vedono regolarmente in Chiesa, altri ancora stanno facendo il cammino per ricevere il battesimo; molti laboratori di manualità sono nati in questi mesi, un grande orto sta prendendo forma nel prato della ex colonia Villa Jesus. Sappiamo di non poter garantire un futuro a questi ragazzi ma speriamo di aver messo nelle loro mani nuovi strumenti affinché il loro futuro sia meno incerto».

 

 

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