L’ultima folgorazione di Bertinotti: CL. Ha trovato un “popolo”, dice. E dimentica che quel popolo è spesso affascinato dal potere

Fa notizia in questi giorni la folgorazione di Bertinotti (sì, l’ex leader di estrema sinistra) sulla via di “Comunione e Liberazione”. Lì per lì, si è tentati di considerarla come una riedizione di quel protagonismo a cui il vecchio leader ci ha abituati nel corso della sua storia politica. Un tentativo di riemergere alla ribalta dopo un silenzio, che gli deve sembrare penoso. Ma diamo pur credito alla buona fede e cerchiamo di farcene ragione.

NIENTE FEDE, UN POPOLO RITROVATO

​Dalla sua stessa dichiarazione si evince che l’incontro di Bertinotti con “CL” non si è esteso fino alla scelta di fede: sarebbe stata  – come dice lui – una negazione del dialogo che deve essere tra diversi. Egli quindi nega di avere accolto la fede religiosa. Quello che l’ha colpito (al di là dei gratificanti inviti a lui rivolti da CL) è il modo di CL di costruire una aggregazione e un popolo sulla base di valori non di potere ma di testimonianza e di solidarietà: cosa che il movimento operario ormai non sa più fare. L’ha attirato anche l’analisi – a suo dire “memorabile “ e inusuale – che don Giussani, e poi don Carròn, facevano del distacco tra Chiesa e popolo.

IL DIVARIO CHIESA-POPOLO E IL MONDO A SE’ DI CL

​Questa ultima osservazione peraltro è segno d’una ignoranza della posizione interna alla chiesa che è partita almeno dal Concilio. Sono non le diagnosi, ma le risposte che erano e sono diverse. Mentre per Papa Paolo VI e la Chiesa italiana di allora il divario doveva essere colmato per via di dialogo sulle vere attese dell’uomo (secondo la via antropologica della mediazione etica), per CL esso era da affrontare mediante la riproposizione di una identità sociale del cristiano in contrapposizione al “secolo”. CL ha così inteso costruire un mondo cattolico a sé, che si relazionava all’”altro” per via di contrapposizione culturale, spesso però assumendo la medesima logica di potenza.

CL IL POTERE L’HA ESERCITATO E TALVOLTA MALE

Resta perciò sorprendente come Bertinotti segnali in CL la realizzazione di valori “non di potere”, quando sta davanti agli occhi di tutti – e in particolare dei Lombardi – il ruolo di effettivo potere esercitato da CL soprattutto attraverso le sue filiazioni socio-politiche. E anche sulla solidarietà, è istruttivo rileggere lo Statuto della “Compagnia delle Opere” (leggo, ad es., nello Statuto per il Piemonte, ma analoghi intenti si trovano dovunque): “L’Associazione si propone quindi, nei confronti di tutti gli associati e per tutti i settori, di fornire un’adeguata assistenza, favorendo lo sviluppo della loro attività, nonché di realizzare una rete di solidarietà operativa che li renda capaci di incidere nella società della quale diventino interlocutori”.

COMPAGNIA DELLE OPERE: SOLIDARIETÀ CON GLI ISCRITTI NON CON TUTTI

A noi pare che la solidarietà della “Compagnia delle Opere” sia stata più tra gli iscritti che globale. Alla faccia di papa Francesco e delle Encicliche sociali! E a chi ribadirà come un mantra che “Compagnia delle Opere” è diversa da CL, potremo dire che l’albero si conosce anche dal frutto. Sul come sia stata spesso gestita questa solidarietà tra gli iscritti Bertinotti, del resto, glissa, invitando a riflettere sulla natura del potere. Che scoperta!

CATASTROFISMO E SPERANZA

Un’altra frase è ancora rivelativa. CL appare a Bertinotti un porto-rifugio contro la catastrofe globale: “il rischio di una catastrofe è avvertito solo dalle coscienze più radicali, sociali e religiose”. Tra queste, naturalmente, CL e non più i “suoi” Sindacati. Il catastrofismo da sempre, oltre ad alimentare fenomeni di penitenza collettiva, ha favorito chiusure nel particolare più che aperture solidali, di difesa più che di solidarietà, dove l’insicurezza viene sfruttata a fini di cattura (e di tesseramento). Mentre la Speranza ha la capacità di cogliere il mutare dello spirito umano senza colpevolizzarlo per il fatto che muta, ma esorcizzando le paure mediante una vicinanza larga e disinteressata.